Vitalizi parlamentari: Camera approva ddl Richetti sulle pensioni

Pubblicato il 27 Luglio 2017 alle 15:08 Autore: Camilla Ferrandi
vitalizi, sondaggi politici

Vitalizi parlamentari: Camera approva ddl Richetti sulle pensioni

Il ddl Richetti, che dispone in materia di vitalizi e trattamenti pensionistici dei parlamentari e consiglieri regionali, veniva presentato alla Camera il 9 luglio 2015. Dopo due mesi e mezzo, iniziava il suo esame in Commissione Affari Costituzionali. L’iter in Commissione si concluderà quasi due anni dopo, il 30 maggio 2017.

Ieri la Camera ha approvato il ddl Richetti con 348 voti a favore, 17 contrari e 28 astenuti. Il provvedimento passa ora in Senato.

Il sì di Montecitorio è arrivato nel tardo pomeriggio, dopo una seduta lunga e dai toni molto accesi.

Vitalizi parlamentari: Partito Democratico vs Movimento 5 Stelle

Da una parte lo scontro Partito Democratico/Movimento 5 Stelle – che hanno votato entrambi a favore – in merito alla primazia rivendicata della issue ‘abolizione dei vitalizi’.

“E’ scacco matto. Non avete neppure la possibilità di lamentarvi. Dovete pure far finta che vi piaccia! Perché lo sappiamo tutti che dentro al Pd il vitalizio se lo vogliono tenere stretto. E oggi lo sentiamo il loro fiatone, il loro affanno nel rincorrerci su un tema che non gli appartiene, che non è nel loro DNA”. Così il vicepresidente M5S della Camera, Luigi Di Maio, nella sua dichiarazione di voto in Aula.

Immediata la replica, durante la propria dichiarazione di voto, del dem Ettore Rosato: “Noi non siamo qui a difendere i privilegi. Noi qui tagliamo i nostri privilegi. Altri fanno la campagna sui privilegi degli altri”. E continua, rivolgendosi a Di Maio: “Lui ha uno stipendio più alto del mio, con scontrini, etc. Loro, i cinque stelle, hanno un capo, un blog e chi non si adegua viene espulso. Io ho invece un partito, che è uno strumento di democrazia”.

Vitalizi: Forza Italia si astiene come Mdp

Dall’altra parte, l’astensione di Forza Italia. Gli azzurri, infatti, non partecipano al voto finale sulla legge per il taglio dei vitalizi, pur rimanendo in Aula. La decisione, a quanto si apprende, è stata presa nel corso della riunione del gruppo a cui ha partecipato, telefonicamente, anche Silvio Berlusconi. Il cavaliere ha infatti posto l’attenzione sulla presunta incostituzionalità del provvedimento. Il motivo, sottolinea, sta nella sua retroattività che mette a rischio 20 milioni di pensioni. “Il vitalizio non è una pensione, è un’altra cosa” controbatte il dem Rosato. “Ce l’hanno detto nelle audizioni i costituzionalisti. Ci hanno detto: ‘potete farlo’. Noi non vogliamo toccare alcuna pensione” continua. E conclude: “vogliamo solo occuparci dei vitalizi. E lo facciamo con uno strumento adeguato”.

Comunque, non tutti gli appartenenti al gruppo Fi hanno seguito il loro leader. Le deputate Mariastella Gelmini e Daniela Santanchè hanno votato a favore, in dissenso con la linea.

“Bellissima giornata, speriamo sia la volta buona”. Commenta il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che aggiunge: “Peccato che Forza Italia non abbia votato a favore”.

Astenuto anche Mdp. “Sono sicuro che gli italiani capiranno la nostra posizione” dichiara Gianni Melilla in Aula, durante le dichiarazioni di voto. “Siamo sotto attacco, attenzione. L’Inps ha un disavanzo di 46 mld, a partire del fondo del clero” continua l’esponente Mdp, chiedendo di guardare alla situazione generale, ai problemi dei giovani.

Vitalizi: il testo approvato dalla Camera

Per quanto riguarda il testo votato ieri alla Camera, come risultante dalle modifiche approvate, questo prevede l’applicazione di un sistema contributivo ai membri del Parlamento analogo a quello vigente per i dipendenti pubblici.

Nel dettaglio,  si definisce  un sistema previdenziale, interamente contributivo, per i parlamentari in carica e per quelli cessati dal mandato che già  percepiscono gli assegni vitalizi o il trattamento previdenziale.  Ai fini della determinazione del trattamento previdenziale, i parlamentari sono assoggettati al versamento di contributi previdenziali trattenuti d’ufficio sull’indennità parlamentare. La determinazione del trattamento previdenziale viene effettuata con il sistema di calcolo contributivo vigente per la generalità dei lavoratori. Questo si ottiene moltiplicando il montante individuale dei contributi per i coefficienti di trasformazione in vigore per i lavoratori dipendenti e in relazione all’età del parlamentare al momento del conseguimento del diritto alla pensione. Il montante contributivo individuale è individuato applicando alla base imponibile contributiva l’aliquota pari a quella per i lavoratori pubblici. Infine, il nuovo sistema previdenziale è esteso entro 6 mesi anche alle regioni. Le regioni a statuto speciale e le province autonome si adeguano conformemente ai loro statuti.

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L'autore: Camilla Ferrandi

Nata nel 1989 a Grosseto. Laureata magistrale in Scienze della Politica e dei Processi Decisionali presso la Cesare Alfieri di Firenze e con un Master in Istituzioni Parlamentari per consulenti d'assemblea conseguito a La Sapienza. Appassionata di politica interna, collaboro con Termometro Politico dal 2016.
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