Legge di Bilancio 2018: date e scadenze, tutto entro il 20 ottobre

Pubblicato il 9 Settembre 2017 alle 13:27 Autore: Beniamino Valeriano
legge di stabilità
Legge di Bilancio 2018: date e scadenze, tutto entro il 20 ottobre 

Il bilancio rappresenta lo strumento necessario per il funzionamento della finanza pubblica. Quest’anno il governo avrà tempo fino al prossimo 27 settembre per varare il Def, la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Si avrà tempo fino al 20 ottobre, invece, per presentare il disegno di legge di bilancio 2018. Il testo passerà poi al vaglio del Parlamento, che dovrà approvarlo – con eventuali modifiche – entro il 31 dicembre.

Legge di Bilancio 2018: Commisione Europea e Eurogruppo

Il 15 ottobre il governo italiano deve trasmettere il Documento programmatico di bilancio per l’anno successivo alla Commissione Europea e all’Eurogruppo, quest’ultimo composto dai ministri delle Finanze dei 19 Stati membri dell’Eurozona. Il documento comprende il saldo di bilancio, la descrizione e la quantificazione delle misure contenute nella manovra. Inoltre, sono presenti le indicazioni su come tali misure vengano applicate in seguito alle raccomandazioni formulate dalle istituzioni europee.  La Commisione avrà tempo fino al 30 novembre per esprimere un parere sulla legge di bilancio italiana. Il giudizio definitivo ci sarà salmente a primavere 2018.

Legge di Bilancio 2018: mancano tra i 7 e 10 miliardi

La nuova manovra costerà tra i 22 e i 25 miliardi di euro. Ma, come scrive Enrico Marro del Corriere della Sera, mancano all’appello ancora all’appello tra i 7 e i 10 miliardi.  “Sarà dunque una legge di Bilancio di manutenzione, – scrive Marra – con qualche intervento per famiglie e imprese limitato dal «sentiero stretto», cioè dalla impossibilità di dilatare ulteriormente il deficit per non pregiudicare la diminuzione del debito pubblico”.

Legge di Bilancio 2018: 15,8 miliardi di “clausole di salvaguardia”

“Ci sono circa 15,2 miliardi di euro di «clausole di salvaguardia» da disinnescare per il 2018. – continua Marra. – “Si tratta del maggior gettito che deriverebbe dal previsto aumento dell’Iva e delle accise, che il governo ha promesso di congelare. A questi si sommano 1,5-2 miliardi necessari per finanziare i nuovi sgravi contributivi sulle assunzioni dei giovani; altri 1,2 miliardi (oltre a quelli già stanziati) per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici; 2 miliardi per le cosiddette spese indifferibili (missioni militari all’estero, trasferimenti alle ferrovie, eccetera); 1-1,5 miliardi per gli incentivi del piano Industria 4.0; tra 500 milioni e un miliardo per potenziare il Rei, il reddito d’inclusione per i poveri; almeno 500 milioni per le necessità delle Province(che adesso si chiamano in modo diverso ma devono continuare a gestire scuole e strade)”.

Rispetto all’1,2% stimato nel Def  il rapportodeficit-Pil per il 2018 dovrebbe salire all’1,8%, comunque ben sotto il tetto del 3% richiesto dall’Ue.

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L'autore: Beniamino Valeriano

Mi sono laureato in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Siena. Ho passato un anno a Madrid, ma poi è iniziata la crisi. Tornato in patria, sono ripartito per il Cile e ho (finalmente) capito di voler vivere e lavorare in Italia. Al momento frequento il master della Business School del Sole24Ore in "Giornalismo economico-politico e informazione multimediale". Sono appassionato di geopolitica, America Latina e musica. Speaker per gioco. twitter: @BenValeriano
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