M5S, Grillo sul Patto del Nazareno “Salvacondotto per Berlusconi”

Pubblicato il 10 Luglio 2014 alle 11:33 Autore: Gabriele Maestri
grillo m5s circo massimo

Il patto del Nazareno secondo Grillo: “Nessuno lo ha mai letto, però tutti sanno che esiste, anche se non si sa cosa contiene. E’ un patto segreto tra due gentiluomini, uno dei quali pregiudicato, che per motivi di riservatezza e forse di sicurezza nazionale, non vogliono rendere noto. Il posto più adeguato, per via del nome sarebbbe stata la vecchia sede del PCI in via delle Botteghe Oscure. Però, anche se del Patto non si sa una fava, ogni negoziazione elettorale ricade o deve ricadere nel perimetro del Patto del Nazareno”. Il leader del Movimento 5 Stelle interviene sul suo blog per criticare il “Patto che sta sempre più prendendo un alone leggendario, come certi testi antichi. E’ un testo segreto che riguarda tutti, ma inconoscibile”.

A questo punto Beppe Grillo si interroga: “Chissà cosa contiene? In mancanza di un accesso diretto al nuovo testo della democrazia pregiudicata, non si possono che avanzare congetture. A pensar male si fa peccato e allora si pecchi senza freni. Il Patto garantisce che il notopregiudicato non finisca in galera e che possa sperare nella grazia. Garantisce inoltre che le aziende del notopregiudicato siano tutelate dallo Stato. Garantisce che il partito del notopregiudicato rimanga sotto il suo assoluto controllo con l’eliminazione delle preferenze“.

grillo chiede di conoscere contenuto del patto del nazareno

Grillo tira le sue conclusioni sul Patto del Nazareno: “è un salvancondotto per il cuxo di Berlusconi che in cambio garantisce il suo appoggio al governo e al disegno controriformista di Napolitano. Un suggerimento ai forzisti: vendetevi da soli, invece che farvi vendere dal notopregiudicato. Ci guadagnerete e non farete la figura dei coglxoni”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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