Datagate, Germania espelle capo Cia a Berlino

Pubblicato il 10 Luglio 2014 alle 18:29 Autore: Guglielmo Sano

Le rivelazioni inerenti lo scandalo Datagate continuano a inficiare i rapporti tra Usa e Germania.

Dieci giorni fa la Procura federale tedesca ha comunicato di aver arrestato un 31 enne dipendente dei servizi segreti tedeschi per aver venduto informazioni riservate all’intelligence americana. Mercoledì, invece, i magistrati hanno ordinato la perquisizione della casa e dell’ufficio di un “appartenente alle forze armate”, riferisce la Sueddeutsche Zeitung, o di un dipendente del Ministero della Difesa che non avrebbe avuto accesso a materiale particolarmente importante, secondo altri media tedeschi. Nonostante le notizie sulla sua identità restino contradditorie è certo che quest’ultimo non è stato arrestato.

All’indomani del primo caso il Presidente Obama si era detto allo scuro di tutto. In una nota, la Casa Bianca, si poi definita “frustrata” del mancato avviso sulla questione da parte della Cia. Il materiale raccolto dal Controspionaggio tedesco, che ieri ha portato all’esplosione dell’altro presunto caso di tradimento, ha però determinato una dura reazione del Bundestag.

germania merkel

Il presidente della Commissione addetta al controllo dei servizi segreti Clemens Binninger ha reso noto in queste ore che il numero uno della Cia a Berlino, operativo all’ambasciata di americana, è stato invitato a lasciare la Germania. L’espulsione si è resa necessaria visto il mancato chiarimento richiesto da Berlino sugli obiettivi dell’intelligence Usa in Germania, tra l’altro più volte sollecitato dalla Cancelliera Merkel. Sollecitazioni arrivate, in particolare, dopo che l’anno scorso si era saputo che l’agenzia d’intelligence americana, l’Nsa al centro del Datagate, la intercettava illegalmente.

La Merkel ha dichiarato di vedere “una notevole differenza di principi rispetto ai compiti dei servizi segreti dopo la Guerra fredda” tra Usa e Germania. Quest’ultima prende molto sul serio i recenti dati forniti dai magistrati sullo spionaggio nei confronti di un importante alleato. Il portavoce della Cancelleria Steffen Seibert  ha detto che, nonostante sia necessaria la cooperazione tra le potenze occidentali, perché si possa cooperare servono “fiducia” e “franchezza”.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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