Pd, Guerini cambia verso: “Basta giustizialimismo, cambiamo le regole insieme”

Pubblicato il 20 Luglio 2014 alle 11:28 Autore: Massimo Borrelli
guerini

C’era un tempo, nemmeno troppo lontano, dove a sinistra Silvio Berlusconi era visto come il “nemico” e la magistratura come l’unica entità in grado di eliminarlo politicamente. Ora, iniziata l’era Renzi, tutto è cambiato. Lo si capisce dalle parole del vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini che in un’intervista a QN dichiara: “Credo che, anche a causa della presenza in campo di Berlusconi nel doppio ruolo di leader politico e di imputato, negli ultimi vent’anni la politica sia stata troppo condizionata nell’affrontare i temi della giustizia. Ma quella stagione si è chiusa”.

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Alla domanda se l’assoluzione dell’ex premier chiuda la stagione giustizialista del Pd e ridia slancio al patto del Nazareno, Guerini  risponde di “sì”. “Credo che sarà possibile rispettare la nostra tabella di marcia sulla riforma del Senato”. L’immunità parlamentare, chiarisce, è stata prevista dai padri costituenti “per tutelare l’autonomia della politica ed è chiaro che la politica debba essere all’altezza di questa garanzia. Personalmente – continua Guerini – concordo con chi intende delegare a un soggetto terzo come la Corte costituzionale le decisioni sui parlamentari alle prese con la giustizia”. Quanto al dialogo con il M5S, “l’incontro chiesto da Di Maio è stato sconvocato da Grillo. Noi crediamo che la scrittura delle regole del gioco politico presupponga ampie convergenze, ma se loro non vogliono”. E sull’Italicum “non cercheremo forzature” in tema di preferenze. Guerini riflette poi sui dissidenti Pd: “Sono una minoranza che è molto minoranza: una sommatoria di posizioni individuali, più che un’area politica”. Infine conferma l’obiettivo del governo di maggiore flessibilità dei Trattati europei in cambio di riforme e risponde al commissario agli Affari economici Ue Jyrki Katainen, contrario ad una lettura creativa del Patto di Stabilità: “non siamo scolaretti indisciplinati: cosa fa l’Italia lo decide il popolo italiano, non un commissario finlandese”.

NENCINI, I GIUSTIZIALISTI DEL PD ORA SI PENTANO –  Anche il viceministro dei Trasporti, Riccardo Nencini, commenta l’assoluzione in appello di Silvio Berlusconi, imputato nel processo Ruby. Il leader del Psi chiede alla sinistra di fare mea culpa: “Una buona parte dovrebbe farlo perchè ha accettato che la seconda repubblica si fondasse su una linea di confine tra destra e sinistra diversa da ogni altra parte del mondo: il confine in questi vent’anni non è stato come ridistribuire la ricchezza in Italia, ma la giustizia con due tifoserie schierate. La sentenza, continua Nencini, “significa due cose: la prima è che i giudizi etici non si possono sovrapporre a valutazioni di ordine penale”. “Spero che la sentenza possa servire ad archiviare quella linea di confine su cui la seconda repubblica è nata”. “Se le parole di Orfini non sono dichiarazioni generiche – conclude Nencini – la svolta del Pd si vedrà sulla responsabilità civile dei giudici. Per quanto ci riguarda, il relatore è il socialista Buemi e abbiamo a Palazzo Madama una piccola ma agguerrita pattuglia di socialisti”.

L'autore: Massimo Borrelli

Nato a Salerno, laureato in Giurisprudenza, ho frequentato il Master in Diritto delle Telecomunicazioni a Madrid. Da sempre appassionato di Politica e Web, sono riuscito a conciliare queste due passioni dedicando il mio tempo libero al Termometro Politico, testata online indipendente e senza bandiere. Seguilo su Twitter @borrellimassimo e su G+ Massimo Borrelli
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