In sei fuggono dall’Ucraina: impossibile giocare a calcio

Pubblicato il 21 Luglio 2014 alle 17:42 Autore: Stefano Merlino
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In Ucraina il campionato di calcio è a rischio. Quando mancano pochissimi giorni all’inizio, un uragano si abbatte sui principali club della Prem’er-Liha, costretti ora ad intervenire quanto prima sul mercato. La grave situazione politica in cui versa da diversi mesi l’intero paese e la recente tragedia del boeing della Malaysia Airlines abbattuto dai separatisti filorussi, hanno spaventato alcuni giocatori del Metalist Charkiv e dello Shakhtar Donetsk. I loro cellulari sono spenti da giorni e i ben informati fanno sapere che non metteranno più piede in Ucraina se non quando la situazione migliorerà.

LA SCONFITTA DEL CALCIO – Nella neonata Repubblica di Donetsk si guarda con grande preoccupazione al futuro, nonostante la stragrande maggioranza della popolazione abbia appoggiato nei mesi scorsi la silenziosa occupazione russa. In un contesto del genere, resosi infernale dopo l’abbattimento del boeing di giovedì scorso e le durissime accuse da parte delle potenze occidentali, è impossibile vivere le emozioni che solo il calcio sa regalare. Impossibile anche per gli addetti ai lavori dimenticare, seppur per novanta minuti, quanto avviene fuori dagli stadi, dove si combatte praticamente ogni giorno. E poco importa dei petroldollari promessi dai ricchissimi proprietari del Metalist e dello Shakhtar: il calcio deve essere portatore di pace e deve unire i popoli.

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“PAGHERANNO A CARO PREZZO” – Non ci sarà nessun ritorno in Ucraina per i brasiliani dello Shakthar, Alex Teixeira, Fred (non è quello visto ai Mondiali in Brasile ), Dentinho, Ferreira, Douglas Costa e per l’argentino del Metalist, Sebastian Bianco.

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Se per i cinque della squadra allenata da Mircea Lucescu si è trattata di una decisione maturata già da tempo, e pare anticipata alla dirigenza, discorso diverso per Bianco letteralmente fuggito dal ritiro austriaco della squadra di Charkiv. “La pagheranno a caro”, dichiara Lucescu, visibilmente scosso per una vicenda che rischia di compromettere la stagione dei campioni ucraini in carica, “è tutta colpa di  Kia Joorabchian ( procuratore anche di Carlos Tevez ), un vero mafioso che vuole guadagnarci”.

L'autore: Stefano Merlino

Sono nato nel 1987 e da sempre mi piace scrivere. stefano.merlino@termometropolitico.it (Twitter: @stefano_mago)
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