Ogni deputato costa agli italiani 380.000 euro all’anno

Pubblicato il 21 Luglio 2014 alle 20:12 Autore: Alessandro Genovesi
montecitorio

I 630 deputati italiani costano alla collettività circa 240 milioni all’anno, ovvero 380.000 euro a testa. Tanto costa quindi un singolo deputato, tra stipendi, indennità, diarie, rimborsi e spese (affitto, telefonia, trasporti). Stando ai dati ufficiali riportati dai tre questori responsabili dei conti della Camera (Stefano Dambruoso di Scelta Civica, Paolo Fontanelli del Pd e Gregorio Fontana di Forza Italia), la spesa degli eletti rappresenta solo il 14% dei costi complessivi di Montecitorio, che oltrepassano il miliardo di euro.

L’esercito di commessi e dipendenti, tanto per capirci, sfonda il tetto dei 250 milioni: si capisce perché più di una volta il Presidente Laura Boldrini abbia annunciato provvedimenti rigorosi in materia. Sta di fatto che, nonostante i tagli e le decurtazioni, i parlamentari conservano una serie di spese difficilmente sostenibili: gli affitti degli immobili in cui sono collocati i loro uffici, ad esempio, vale quasi 40 milioni di euro, mentre le spese di trasporto per assicurare loro la libera circolazione sul territorio nazionale ammontano a quasi 11 milioni. Anche il personale esterno addetto alle segreterie dei fortunati titolari di incarichi (Presidente, Vicepresidenti, Questori, Segretari, Presidenti di Commissione, Giunte, Comitati e via compitando) ha un costo non indifferente: circa 10,5 milioni. Ma non finisce qui.

Se le spese suddette, per quanto discutibili, presentano un minimo di senso, ve ne sono altre che invece non possono non essere definite odiose. È mai possibile che annualmente i contribuenti italiani debbano pagare 200.000 euro di spese telefoniche (317 euro a deputato ogni anno)? O che debbano essere pubblici i 300.000 euro utilizzati per l’alfabetizzazione linguistica e informatica? Per non parlare dei 450.000 investiti per assicurazione in caso di sinistri o morte che avvengano al di fuori del Palazzo.

In questa settimana i deputati dovranno discutere e approvare il bilancio finale di Montecitorio, possibilmente entro lunedì. Quale miglior occasione per rinunciare a qualcosina e apparire un po’ meno casta agli occhi dei comuni mortali?


L'autore: Alessandro Genovesi

Classe 1987, laureato in Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Udine, è da sempre appassionato di politica e di giornalismo. Oltre ad essere redattore di Termometro Politico, collabora con il quotidiano Il Gazzettino Su twitter è @AlexGen87
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