Padoan “Dati deludenti economia tedesca suonano come allarme”

Pubblicato il 22 Luglio 2014 alle 12:37 Autore: Gabriele Maestri
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In parallelo al percorso delle riforme sul fronte dell’economia è il ministro Pier Carlo Padoan che tenta di illustrare l’importanza delle riforme anche sul piano economico. Un Paese “ha bisogno di uno, due, tre anni per vedere i frutti” delle riforme non solo approvate ma anche attuate.

Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, secondo il quale bisogna “usare le regole avendo in mente una prospettiva di lungo termine”, partendo dal fatto che “alle riforme serve tempo per dare frutti”. Oggi il ministro dell’economia italiano Padoan ha parlato alla commissione economica del Parlamento europeo: “I recenti dati macroeconomici che arrivano dalla Germania sono deludenti, fanno suonare un campanello d’allarme, indicano che la debolezza è persistente nel tempo e più ampia rispetto a sei mesi fa.

padoan presenta programma economico semestre a parlamento europeo

Ue, Padoan “Risposta europea a crisi può migliorare” – Secondo Padoan “la Ue è stata in grado di creare un modo per affrontare la crisi, quei Paesi che hanno avuto aiuti ora stanno tornando sui mercati ed è una buona notizia, ma è possibile ora considerare come può essere migliorato l’apparato di risposta alla crisi”. Il ministro presentando il programma del semestre al Parlamento europeo si è detto “fiducioso che possa esserci una fase di riconsiderazione della struttura, partendo dalle lezioni della crisi”

Ue, Padoan “Patto va cambiato con lungimiranza” – “Non si tratta cambiare le regole” del Patto di Stabilità e Crescita, ma di “usare quelle che ci sono nel modo migliore e con lungimiranza”. Per Padoan “bisogna utilizzare le regole” attuali “in una prospettiva di più lungo termine. Riforme strutturali serie richiedono del tempo per avere effetti”. Padoan, presentando il programma di presidenza italiana del Consiglio Ue all’Europarlamento a Bruxelles, ha spiegato che «l’uso della flessibilità all’interno del quadro vigente è il punto partenza. C’è bisogno di flessibilità, ma dobbiamo essere chiari sul perché». «Bisogna sfruttare al meglio le misure vigenti” combinando “il rafforzamento delle finanze pubbliche con le riforme per rafforzare la crescita» ha osservato il ministro.

 

 

 

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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