Le sanzioni contro la Russia e le divisioni in Europa

Pubblicato il 23 Luglio 2014 alle 09:34 Autore: Antonio Scafati

Per alcuni è stata una risposta dura e adeguata. Per altri andava fatto di più. Il Consiglio degli Esteri dell’Ue ha deciso ieri di procedere con nuove sanzioni nei confronti della Russia. Svezia, Gran Bretagna, Polonia e Paesi Baltici avrebbero però preferito mettere in campo azioni più energiche per impedire a Mosca di fornire armi ai separatisti filorussi che combattono nell’est dell’Ucraina.

L’Europa ha prodotto una risposta “unanime, forte e politicamente unitaria” ha detto il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini. I ventotto stati dell’Unione europea allargheranno la lista delle persone e delle società russe da sanzionare e si procederà con azioni mirate per settori come l’energia, la difesa, la finanza, le tecnologie. Oggi la lista verrà buttata giù. Potrebbe toccare anche figure vicine a Putin. Nel frattempo, alla Russia viene data la possibilità di disinnescare le nuove sanzioni: “Bastano 36 ore per attuare le decisioni. Ci vuole un atto del tutto nuovo, che sinora non c’è stato, perché le sanzioni non aumentino” ha spiegato Mogherini.

Ma per alcuni stati il vertice di ieri ha partorito un esito insufficiente: non c’è stata quella risposta dura e unitaria che occorreva mettere in campo dopo l’abbattimento del Boeing della Malaysia Airlines.

europa

Photo by Francisco AntunesCC BY 2.0

Il Financial Times ha scritto che “le spaccature nell’Europa” hanno condizionato le decisioni prese nei confronti della Russia. Anche per il Sun la risposta di ieri è stata insufficiente e ha svelato un’Europa “debole”.

Legami energetici e rapporti commerciali hanno giocato una ruolo importante. “Le sanzioni sono sempre un problema sia per chi le riceve che per chi le impone” ha detto ad esempio il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, parlando delle conseguenze che nuove sanzioni alla Russia potrebbero avere sulla nostra economia.

L’ipotesi di un embargo sulle armi non è stata appoggiata dalla Francia, la quale ha intenzione di onorare il contratto da 1,2 miliardi di dollari che la lega alla Russia e che prevede la vendita da parte di Parigi di due navi classe Mistral. Hollande è stato criticato dal premier britannico David Cameron e dai ministri degli Esteri di Svezia, Lituania e Lettonia ma in questo campo la Francia ha sempre agito con pragmatismo e indipendenza e anche stavolta ha scelto di seguire la stessa linea.

La Cnn ha scritto che in ballo ci sono molteplici interessi nazionali che stanno condizionando la risposta dell’Unione europea. “Dovrebbe esserci un senso di comunità internazionale, ma invece ciò che si vede sono interessi nazionali separati – l’interesse della Francia, l’interesse della Germania – che stanno prevalendo su quello che dovrebbe essere l’interesse umanitario internazionale”.

Immagine in evidenza: photo by Anca Pandrea  – CC BY 2.0

L'autore: Antonio Scafati

Antonio Scafati è nato a Roma nel 1984. Dopo la gavetta presso alcune testate locali è approdato alla redazione Tg di RomaUno tv, la più importante emittente televisiva privata del Lazio, dove è rimasto per due anni e mezzo. Si è occupato per anni di paesi scandinavi: ha firmato articoli su diverse testate tra cui Area, L’Occidentale, Lettera43. È autore di “Rugby per non frequentanti”, guida multimediale edita da Il Menocchio. Ha coordinato la redazione Esteri di TermometroPolitico fino al dicembre 2014. Follow @antonio_scafati
Tutti gli articoli di Antonio Scafati →