Stabile l’edilizia in Europa, ma continua il crollo dell’Italia ed è quasi boom in Spagna, una nuova bolla?

Pubblicato il 28 Luglio 2014 alle 15:15 Autore: Gianni Balduzzi
Anche nell edilizia l Italia fanalino d Europa

Che sia una bolla o meno, sembra che stia riprendendo il trend che dal 2000 ha visto il Paese “fratello” dell’Italia, la Spagna, superarlo gradualmente e soppiantarlo come riferimento nel Sud Europa

E’ di pochi giorni fa la notizia che il secondo trimestre 2014 vedrà un progresso dello 0,5% nel PIL in Spagna, contro lo 0,4% del primo. L’Italia pare invece destinata a una crescita piatta, non magiore dello 0,2%, nonostante le illusioni governative di uno 0,8%.

Sembra quindi ricominciato quel gap che prima della crisi vedeva la Spagna avere un tasso di crescita decisamente maggiore dell’Italia, realizzando un catching up e poi un superamento del nostro Paese. Evidentemente dopo la crisi provocata dalla bolla immobiliare i caratteri strutturali che ci rendono più deboli sono rimasti, costi e tasse più alte, una legge del lavoro più confusionaria e meno flessibile.

Ora alcuni dati sulla produzione nelle costruzioni ci confermano l’inizio della ripresa in Spagna.

Il seguente grafico è molto eloquente:

La Spagna sembra essere tornata ai livelli del 2010, con una crescita di 24 punti in solo un anno, mentr el’Italia ha proseguito il proprio calo, essendo al 30% in meno rispetto al 2010 stesso. La novità è anche il calo della Germania che dal 2010 dopo un decennio di cali dei prezzi o stagnazione, grazie alla crescita economica aveva visto anche una crescita dell’edilizia.

Una certa stabilità tendente al calo in Francia, come del resto in Europa.

E’ molto interessante osservare il numero di ore lavorate nell’edilizia:

Qui si osserva rispetto al 2010 e rispetto al precedente grafico una novità: pare esserci un aumento di produttività in Italia e Spagna, nel senso che il trend delle ore lavorate è inferiore a quello della produzione, in Italia crolla mentre il calo della prduzione era molto più moderata, e in Spagna aumenta di meno, rimanendo per esempio a livelli inferiori del 2010, quando alla mera produzione nelle costruzioni è ormai tornata a quel livello.

In realtà si nota che in Italia il livello raggiunto dalle ora lavorate è solo pari e non inferiore, ora a quello della produzione, rispetto al 2010, come se con la crisi le aziende avessero voluto mantenere il livello occuazionale a dispetto della diminuzione del lavoro, e solo ora si siano adeguati, un caso tipico italiano questo, di risposta ritardata a un fenomeno, soprattutto rispetto alla velocità spagnola nell’adattarsi alla crisi, velocità che risulta preopedeutica anche a una rapida uscita.

In Inghilterra e Germania pare esserci un impiego di lavoro più che proporzionale, in Germania forse perchè il calo di produzione è molto recente, e in Inghilterra vi è probabilmente una attesa di crescita.

In ogni caso il tempo dirà se i progressi spagnoli sono una risposta alla crescita che accelera per tutta l’economia (+1,3% del PIL nel 2014 contro un +0,3% per l’Italia) o al contrario questa crescita del PIL è ancora una volta “drogata” dall’edilizia. Una cosa è certa: la stagnazione ed ild eclino rispetto ai vicini dell’Italia.

L'autore: Gianni Balduzzi

Editorialista di Termometro Politico, esperto e appassionato di economia, cattolico- liberale, da sempre appassionato di politica ma senza mai prenderla troppo seriamente. "Mai troppo zelo", diceva il grande Talleyrand. Su Twitter è @Iannis2003
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