Argentina, è davvero “default”?

Pubblicato il 28 Luglio 2014 alle 14:30 Autore: Giacomo Morabito

Al termine di una serie di negoziati, è fallita la trattativa fra il governo dell’Argentina e gli hedge fund creditori: non è stato raggiunto alcun accordo, come dichiarato dal ministro dell’Economia e delle Finanze argentino, Axel Kicillof. Le politiche economiche adottate di recente dal governo di Buenos Aires, volte a recuperare il terreno perduto a livello finanziario, potrebbero rischiare di essere vanificate definitivamente per il mancato accordo.

Entro il 30 luglio, il governo argentino avrebbe dovuto versare 539 milioni di dollari in interessi su 13 miliardi di dollari in titoli al 2033 del debito ristrutturato, dopo il default su 100 miliardi di obbligazioni in valuta estera dichiarato nel 2001. Il governo argentino ha trasferito tali fondi presso la Bank of New York Mellon, ma questi sono stati congelati dal giudice federale dello U.S. District Court for the Southern District di New York, Thomas P. Griesa.

Il giudice ha dato ragione agli hedge fund sostenendo che l’Argentina non può pagare interessi sui nuovi titoli ristrutturati finché non avrà trovato un accordo per compensare i creditori che chiedono un risarcimento completo dei bond in loro possesso pari a 1,5 miliardi. In particolare, NML Capital e Surelius sono i due hedge fund attaccati dal governo di Buenos Aires: infatti, hanno rifiutato di aderire a una ristrutturazione del debito a base di nuovi titoli che ha imposto perdite fino al 70%.

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Photo by David CC BY 2.0

Secondo molti esperti, il mancato accordo con gli hedge fund creditori condanna l’Argentina al default, e ciò avverrebbe per la seconda volta in 13 anni. Il ministro dell’Economia e delle Finanze dell’Argentina Kicillof ha dichiarato che il governo è pronto a “impegnarsi al dialogo e alla ricerca del consenso” ma affinché si trovi “una soluzione equilibrata, giusta e legale”. Inoltre, non ha esitato ad accusare gli hedge fund come “buitres” (ovvero, “avvoltoi”), commentando: “L’Argentina continuerà a pagare i suoi debiti. Pagheremo coloro che detengono i bond su cui è stata dichiarata l’insolvenza ma a condizioni ragionevoli non a condizioni che equivalgono all’estorsione, fissate sotto pressione, sotto una minaccia”.

Secondo Kicillof, l’attuale situazione potrebbe risolversi tramite il settore privato. In particolare, pare già che alcune banche straniere, come JP Morgan, Citigroup e HSBC, abbiano raggiunto un accordo per acquistare i bond in default degli hedge fund per 1,4 miliardi di dollari.

La situazione dell’Argentina è inedita e abbastanza paradossale, poiché sarebbe in default “tecnico” nonostante abbia versato quanto le toccasse. Come conseguenza, i mercati finanziari in Europa sono già rimasti condizionati da quanto accaduto al Paese sudamericano, mentre l’agenzia Standard & Poor’s Financial Services LLC (S&P) ha subito badato a definire l’Argentina in “selective default”, un rating che corrisponde al mancato pagamento su alcuni dei titoli del suo debito sovrano in valuta straniera.

Immagine in evidenza: photo by David CC BY 2.0