Sviluppo economico, ministro Guidi “La crescita non c’è, non abbiamo bacchetta magica”

Pubblicato il 6 Agosto 2014 alle 10:51 Autore: Gabriele Maestri

“Dopo mesi terribili ci siamo stabilizzati e quello di oggi non è un rallentamento solo italiano. Questi sul Pil sono dati che non ci fanno stare contenti, ma tutto quello che stiamo mettendo in campo lo stiamo facendo proprio perché ci rendiamo conto della straordinaria urgenza della situazione”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, in un’intervista alla Stampa in cui illustra il “contrattacco” per far tornare a crescere il Paese.

“I primi segnali di inversione di tendenza ci sono. Ad esempio sono tornati a salire i mutui per le famiglie. Anche il credito al consumo sta migliorando e gli stock di crediti per le piccole e medie imprese si sono stabilizzati” osserva Guidi. “Ovviamente non ci accontentiamo: stiamo cercando in tutti i modi di corroborare l’economia. Le riforme che stiamo facendo vanno proprio in questa direzione”. “È chiaro che qualche mese di lavoro – sottolinea – non basta a invertire il trend, bisogna aspettare che un certo ciclo si compia. Bisogna avere tutti i nervi saldi: nessuno ha la bacchetta magica”.

ministro sviluppo economico federica guidi

 “La legge Sabatini per il finanziamento dell’innovazione tecnologia degli impianti industriali sta andando molto bene: siamo già a 1,5 miliardi di fondi richiesti. Poi c’è il pacchetto competitività in fase di conversione alla Camera’ afferma Guidi. Inoltre “proprio in queste ore stiamo lanciando una task force che dovrà ridisegnare la politica industriale” tra i cui membri ci sono Roland Berger e Giorgio Barba Navaretti. Parlando del piano straordinario per il made in Italy, “chi vuole investire in Italia deve avere un interlocutore solo”. Per questo, afferma Guidi, “dobbiamo accorpare le strutture esistenti, dall’Ice a Invitalia”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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