Chef – La ricetta perfetta, per far ridere al cinema serve “l’ingrediente segreto”

Pubblicato il 12 Agosto 2014 alle 18:53 Autore: Francesca Garrisi
jon favreau

Una recensione può essere un’arma, e una stroncatura rappresentare un coltello il cui manico è impugnato da un critico “di grido”, diventando pistola fumante ai tempi dei social network e dei contenuti virali. Così, la vita professionale dei creativi corre sul filo del rasoio. Al cinema, nella musica … e in cucina. Guardare Chef – La ricetta perfetta (1), commedia sceneggiata, diretta, prodotta e interpretata da Jon Favreau in sala dallo scorso 30 luglio, per credere.

Il regista veste i panni dello chef Carl Casper, che, godendo di una notorietà pari all’ indiscusso talento consolidato sul campo, potrebbe essere la star di un reality in stile Masterchef. L’uomo è al timone di un prestigioso ristorante di Los Angeles, quando vede doppiamente frustrato il suo estro culinario, dapprima dal suo capo (Dustin Hoffman), e successivamente dall’autorevole e temutissimo critico gastronomico Ramsey Michel. Deriso su “pubblica piazza” a seguito di un vivace scambio di battute con quest’ultimo su Twitter, Carl perde il lavoro. Complice la ex moglie (Sofia Vergara) che gli chiede di seguire lei e il figlio Percy a Miami, facendo di necessità virtù, proverà a re-inventarsi come chef (e come uomo), (ri) partendo da un food truck, un furgoncino che diventa ben presto il compagno di viaggio di questa seconda vita.

dustin hoffman

In Chef – La ricetta perfetta ogni riferimento a fatti e persone non è puramente casuale; Jon Favreau confeziona una storia in cui i paralleli con il proprio percorso creativo sono praticamente trasparenti. Il regista, che ha diretto i primi due Iron Man, prodotto Iron Man 3 e The Avengers nonché interpretato il film Swingers, è infatti reduce dall’insuccesso di Cowboys and Aliens. Così, è lui che presta la sua voce alla rabbia e alla frustrazione di Carl davanti a una certa supponente critica che strumentalizza il potere esercitato sull’opinione pubblica. Senza dimenticare il fascino ambiguo emanato dai social network, che, incarnando l’insopprimibile bisogno di condivisione e socialità che caratterizza l’uomo, hanno la capacità, in brevissimo tempo, d’innalzare agli onori della cronaca e far ricadere nella polvere tanto le celebrities quanto perfetti sconosciuti.

Montaggio, musiche e fotografia sono ingredienti che Jon Favreau sceglie nell’intento deliberato e palese di accattivarsi le simpatie del pubblico. Prendete un’ambientazione a stelle e strisce, mescolate con suoni latinoamericani, insaporite il tutto con il ritmo di un videoclip da tormentone estivo e la partecipazione di attori come Robert Downey Jr e Scarlett Johansson, e avrete il più classico degli hamburger, tanto colorato quanto calorico. Chi non vuole addentarne uno, soprattutto nella stagione dedicata alla fuga dalla quotidianità carica di grigiore, esistenziale, lavorativo e alimentare? D’altra parte sono proprio questi ingredienti a rendere, alla lunga, Chef – La ricetta perfetta una pellicola decisamente autocompiaciuta. Per i primi tre quarti d’ora la storia scorre come il classico lauto e debordante pranzo da matrimonio (o da festa comandata). Peccato che poi, inevitabilmente, segua il tipico torpore da digestione impegnativa. Così, per lo spettatore, dopo i primi, affamati e voraci morsi, è difficile stabilire se quello che prova è senso di sazietà, o una certa pesantezza di stomaco (ma perlomeno il finale contribuisce a spazzar via ogni dubbio in tal senso).

Chef – La ricetta perfetta è un po’ come trascorrere Ferragosto in spiaggia armati di teglia di parmigiana e birra gelata. Il palato probabilmente non resterà insoddisfatto ma, a conti fatti, il ritorno alla vita di ogni giorno sarà accompagnato da un vago (seppur fastidioso) languore da insoddisfazione, che ci farà pentire di non aver “osato” un pizzico in più, azzardando il risotto ai frutti di mare di quel ristorante costoso ma invitante. Così, le risate più spensierate e dissetanti sono quelle suscitate da storie imprevedibili. E coltivare (almeno un po’) di curiosità al cinema non costa nulla. Tantomeno chili in più sul girovita.

(1) https://www.youtube.com/watch?v=fsJn5JSnh0k

L'autore: Francesca Garrisi

31 anni, una laurea in Scienze della Comunicazione e poi un master in comunicazione d’impresa e comunicazione pubblica. Ha collaborato con l’Osservatorio di Comunicazione Politica dell’Università del Salento, e come stagista con il settore Comunicazione Istituzionale della Regione Puglia. Ha scritto per l’mPAZiente, bimestrale d’inchiesta salentino, e a oggi collabora con Termometro Politico e il settimanale salentino Extra Magazine. Un po’ Monty Python un po’ Cuore Selvaggio, è innamorata della lingua tedesca, che ritiene ingiustamente sottovalutata e bistrattata
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