Sulla definizione di Leadership. Terza puntata: il PDL

Pubblicato il 25 Maggio 2012 alle 12:08 Autore: Gianluca Borrelli

Eccoci finalmente alla terza puntata della nostra analisi della leadership politica italiana degli ultimi anni. In questa puntata si parla del centrodestra italiano durante gli ultimi 18 anni.
Un centrodestra che sembra ormai avviato ad un inesorabile declino, almeno nel formato che abbiamo conosciuto durante il periodo comunemente definito come “seconda repubblica“.
Inutile dire che la figura cardine di questo perido storico è stata senza dubbio quella di Berlusconi.
Non ha caratterizzato solo una parte politica ma forse più ancora un cambiamento dei costumi di una intera società, di una intera nazione, prima ancora che scendesse in campo (grazie alle sue TV) e più ancora che politicamente e culturalmente si potrebbe dire persino antropologicamente.
Berlusconi in realtà non ha inventato nulla, ha solo dato spazio e legittimità a quello che ribolliva da tempo ma che non aveva ancora trovato una guida per risalire a “riveder le stelle”.


In una delle nostre analisi precedenti in effetti si è visto come, in realtà, la classe politica attuale non sia affatto inferiore alla base elettorale che la sottende (e questo vale per tutta la classe politica da destra a sinistra, fare del manicheismo qui è assolutamente fuori luogo). Uno dei rischi della democrazia (discussi fin dall’alba dei tempi già dai filosofi greci) è quello che i politici, per conquistare e mantenere il potere, finiscano col blandire, vezzeggiare e coccolare l’elettorato ottenendo a breve termine un grande consenso ma portando poi, a lungo termine, l’intera comunità su un binario morto. Qualcuno potrà storcere il naso ma una delle principali ragioni per le quali i politici mentono è perché sono proprio molti di noi a esigere (inconsciamente o consciamente, direttamente o indirettamente) che lo facciano.
Perché se ci dicessero la verità probabilmente molti di noi non li voterebbero e sceglierebbero una promessa di ricchezza e vita facile anche se palesemente fasulla. E questo loro lo sanno bene, altrimenti non sarebbero dove sono. Si chiama “demagogia” e se non funzionasse elettoralmente nessun demagogo sarebbe mai stato eletto, mentre sappiamo bene che non è così.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

L'autore: Gianluca Borrelli

Salernitano, ingegnere delle telecomunicazioni, da sempre appassionato di politica. Ha vissuto e lavorato per anni all'estero tra Irlanda e Inghilterra. Fondatore ed editore del «Termometro Politico».
Tutti gli articoli di Gianluca Borrelli →