Il caso Tedesco: qualcosa sta cambiando?

Pubblicato il 10 Aprile 2011 alle 22:22 Autore: Matteo Patané
tedesco

 

Il caso del senatore Tedesco (Pd) potrebbe essere il segnale di un cambiamento nella classe politica italiana
Nella tarda serata del 5 aprile la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato della Repubblica ha votato a maggioranza per l’arresto del senatore pugliese Alberto Tedesco (Misto, autosospesosi dal PD). I giochi non sono ancora fatti, la parola passa ora all’Aula, ma la notizia ha comunque un certo peso: dopo essere stati abituati dalle varie votazioni sui casi Cosentino, Caliendo o Berlusconi a vedere i politici approfittare dei privilegi derivanti dallo status di parlamentari, il rifiuto di negare l’arresto al senatore Tedesco spicca in maniera positiva, non per mero giustizialismo ma perché finalmente un membro della cosiddetta Casta verrà – se il voto sarà confermato dall’Assemblea – messo alla pari ad un cittadino comune nel suo rapporto con la legge.

 

Esaminando la composizione del voto in Giunta, tuttavia, si aprono ampi margini di considerazione e riflessione per come il voto è stato raggiunto.

Nella tabella che segue vengono riportati i dettagli della votazione della giunta; poiché la mozione – relatore Balboni (PdL) – riguardava il rifiuto all’arresto ed i voti sono riferiti al parere dei membri della giunta rispetto alla mozione stessa, i voti indicati come “favorevoli” sono da intendersi come contrari all’arresto di Tedesco e viceversa.

 

 

Contrari Favorevoli Astenuti Assenti
Adamo (PD) Balboni (PdL) Follini (PD) Izzo (PdL)
Casson (PD) Fazzone (PdL) Mazzatorta (LN)
D’Alia (UdC) Malan (PdL) Torri (LN)
Leddi (PD) Mugnai (PdL)
Legnini (PD) Orsi (PdL)
Li Gotti (IdV) Piscitelli (CN)
Lusi (PD) Saro (PdL)
Marinaro (PD) Sarro (PdL)
Mercatali (PD) Tancredi (PdL)
Sanna (PD)

 

 

Come si vede la vittoria del fronte dei contrari alla mozione è stata risicata, per 10 a 9, ed è stata possibile solo per la concomitanza di alcuni fattori fondamentali.

Da un lato l’opposizione ha dimostrato straordinaria compattezza: a parte Follini, presidente della giunta, tutto il PD ha votato compatto contro la mozione, e ai voti democratici si sono aggiunti quelli di tutta l’opposizione, IdV e UdC. Dall’altro lato la maggioranza si è spaccata tra un PdL che – a parte l’assente Izzo – ha votato a favore della mozione e una Lega Nord che al momento del voto ha abbandonato l’aula.

In realtà ogni gruppo parlamentare era pienamente consapevole del fatto che il voto sarebbe stato, proprio per le sue caratteristiche, un osservato speciale tra i più attenti analisti politici italiani, e aveva messo in atto strategie volte a capitalizzare il massimo consenso mediatico in una gara in cui il senatore Tedesco aveva ormai ben poco a che vedere.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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