Parma, analisi del voto

Pubblicato il 30 Maggio 2012 alle 13:02 Autore: Matteo Patané

Parma, analisi del voto

 

Il primo sindaco del MoVimento 5 Stelle eletto in Italia è stato Roberto Castiglion, eletto a Serago (VI), e la notizia suscitò un netto scalpore per il valore simbolico del piccolo comune del vicentino, sede del Parlamento Padano e quindi luogo – al pari di comuni come Legnano o Cassano Magnago – mitico per la Lega Nord.

È però indubbio che gli onori della cronaca ed i riflettori di tutti i politologi italiani si sono concentrati due settimane dopo sul caso Parma, dove il candidato del MoVimento 5 Stelle Federico Pizzarotti diventava primo cittadino del capoluogo emiliano sbarazzandosi con un secco 60-40 del rivale di centrosinistra Vincenzo Bernazzoli.

L’importanza della città, in effetti, è tale da aver focalizzato su Parma tutto l’interesse sull’exploit del MoVimento – a volte anche in maniera esagerata, riducendo al risultato cittadino l’intero spettro delle elezioni amministrative 2012 – e diventa pertanto doveroso offrire un’analisi dettagliata dei flussi di voto che hanno caratterizzato questa straordinaria elezione comunale.

Confronto del voto a Parma
Comunali 2007 – Comunali 2012

Osservando la tabella – i dati completi sono reperibili a questo link – che riporta i risultati complessivi della votazione, si notano alcune dinamiche estremamente interessanti in netto contrasto con l’andamento nazionale di queste elezioni amministrative 2012.

Il primo dato del tutto peculiare alle consultazioni parmensi è il risultato della Lega Nord: nel 2007 il movimento di Umberto Bossi partiva da una percentuale irrisoria (1,97%) con 1.790 voti, ed in questa tornata 2012 riesce, pur a fronte di un calo dei votanti di 15.000 unità, ad incrementare il proprio consenso tanto in termini percentuali (2,99%) quanto in termini di voti assoluti (2.064). Sicuramente si tratta di valori molto bassi, ma è un dato in chiara controtendenza con quello nazionale, che vede la Lega Nord lasciare sul campo una metà buona dei propri consensi del 2007 a seguito degli scandali giudiziari che hanno recentemente sconvolto il partito. Non è semplice trovare una spiegazione ad un simile comportamento, se non richiamando alla mente il pessimo stato in cui versa il Comune di Parma in termini tanto finanziari quanto di immagini e ricordando come la Lega, presentandosi con un proprio candidato nel 2007, fosse riuscita a non rimanere invischiata nella pessima immagine lasciata da Vignali dell’amministrazione uscente: questi elementi hanno con ogni probabilità reso la Lega Nord una scelta appetibile per alcuni delusi del centrodestra, permettendole di incrementare il proprio consenso.

L’affluenza stessa alle urne si può considerare un elemento del tutto peculiare a queste elezioni parmensi; lo scenario tipico di questo appuntamento elettorale vedeva infatti circa un elettore su cinque disertare le urne rispetto al 2007: a Parma queta percentuale si riduce ad un elettore su sette, evidenziando un calo molto meno marcato rispetto ad altre realtà comunali. Senza alcun dubbio questo numero ha una stretta correlazione con l’ottimo risultato del MoVimento 5 Stelle, che in questa realtà – stremata dal malgoverno – più che in altre è stato considerato una reale alternativa amministrativa più che un velleitario movimento di protesta.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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