Fra Hollande e Merkel la rottura è vicina

Pubblicato il 16 Giugno 2012 alle 15:57 Autore: Redazione

Il timore è che anche questa volta un vertice europeo possa diventare un’ottima e inconcludente kermesse di capi di governo. Non bisognerà attendere il 28 e il 29 giugno per capirlo. L’Eliseo a stretto contatto col primo ministro Ayrault sta lavorando ad un meeting propiziatorio da tenere venerdì 22 con Francia, Germania, Italia e Spagna. Due locomotive dell’Europa e due anelli deboli, per quanto al nostro paese sia accollata una parte cospicua del piano di salvataggio delle banche di Madrid.

Hollande si sta rendendo protagonista di un autentico turbillon con girandole d’incontri finalizzate ad assediare le posizioni rigoriste di Angela Merkel su fiscal compact e, soprattutto, Eurobond. Ha incontrato il premier italiano Mario Monti per costruire una strategia alternativa a quella di Berlino, centrata sulla crescita e sul salvataggio dell’euro. Poche ore dopo è andato a dare manforte direttamente agli oppositori interni della Merkel, l’Spd.

Un’offensiva col sapore dell’estrema difesa. Sia Monti che Hollande si starebbero convincendo in queste ore del desiderio della cancelliera tedesca di aspettare il tracollo greco per disarticolare e ricomporre l’unione monetaria, costruendone una con i soli Stati membri dell’Unione all’avanguardia in fatto di equilibri di bilancio e debito pubblico.

hollandeLa cancelliera nega di far suo questa indiscrezione e nello stesso giorno in Italia dalle colonne del Corriere della Sera l’ex primo ministro Papandreu – dimessosi lo scorso novembre per l’impossibilità di mantenere le promesse di tagli draconiani alla spesa pubblica e conservare al contempo una maggioranza in Parlamento – ha rivelato che la Merkel era d’accordo a tenere in Grecia un referendum per decidere sulla permanenza nell’euro. A mettersi di traverso secondo Papandreu fu Sarkozy, il cui parere negativo fu decisivo per impedire la consultazione fra i greci e spingere l’ex primo ministro fuori dalla scena politica ellenica.

Anche Parigi deve difendersi, sotto accusa com’è di concepire un tenagliamento della Merkel per isolare la linea della fermezza economica di Berlino.

Questo spettro, però, sta rafforzando Frau Merkel in politica interna. È stato accolto con una reazione da standing ovation in Germania la dura reprimenda che ha rivolto a Hollande. “Il dibattito tra crescita e rigore fiscale è una sciocchezza” ha tuonato, tradendo un briciolo d’esasperazione per le pressioni di mezzo mondo – Obama compreso. E di lì a poco è andata ancora più in profondità sull’ennesimo rilancio del primo ministro francese Ayrault delle obbligazioni comunitarie: “La mediocrità non può essere la norma”.

A Parigi i siluri dialettici sono arrivati. Lo spirito costruttivo almeno a livello pubblico non è in discussione in questa fase, ma Hollande sta facendo intendere a tutti i suoi interlocutori che al prossimo vertice le mezze misure non saranno le benvenute. E medita di rendere mediaticamente eclatante la rottura con la cancelliera.

 

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