Fornero, la Camera non la sfiducia.

Pubblicato il 4 Luglio 2012 alle 13:02 Autore: Giuseppe Colasanto
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“Con arroganza e supponenza ha violato la Costituzione”. Riferendosi alla famosa intervista rilasciata dal Ministro Fornero  al Wall Street Journal, nella quale avrebbe affermato che il lavoro non è un diritto, ma va conquistato (affermazioni per altro immediatamente ritirate dalla stessa), Di Pietro ha spiegato all’Ansa uno dei motivi per i quali oggi avrebbe votato sì alla mozione di sfiducia individuale nei confronti della Ministro, presentata da Idv e Lega Nord.

Dalla riforma delle pensioni, con annessa questione esodati, alla riforma del mercato del lavoro, con relative incursioni sul lavoro nella Pubblica Amministrazione. L’operato della Professoressa torinese è sempre stato nell’occhio del ciclone, a lei sono stati affidati i temi più spinosi tra quelli programmati dal governo, in parte già concordati dal governo Berlusconi con la Commissione Europea prima delle sue dimissioni.

Così ben presto il ministro del lavoro è divenuto una sorta di anello debole del governo nei rapporti con i partiti, sia della maggioranza che dell’opposizione. Le misure, proposte nell’ottica di favorire il lavoro giovanile non sembra che stiano avendo particolare successo nemmeno su questo fronte, se è vero che l’Istat ha documentato una disoccupazione giovanile che dovrebbe far parecchio pensare a tutte le forze politiche.

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Ciò nonostante, il Premier Monti ha sempre difeso l’operato del suo ministro, che come detto rientra pienamente nei confini del programma del governo stesso. I problemi semmai si sono creati a causa delle sue dichiarazioni e dei suoi rapporti con sindacati ed imprenditori, ed in ultima istanza con i vertici dell’Inps, problemi di comunicazione che hanno fatto torcere contro sé stessa le lacrime versate presentando la riforma delle pensioni – lacrime che le erano valse apprezzamenti bipartisan.

Alla mozione di sfiducia, che è stata discussa tra ieri ed oggi alla Camera, i Deputati hanno però risposto no, decidendo di far proseguire il lavoro del Ministro. Con appello nominale, 435 deputati si sono espressi con voto contrario alla mozione, solo 88 i favorevoli (pur con qualche deputato della maggioranza). Per sapere quali conseguenze avrà questo voto negli equilibri interni e nelle politiche del governo, bisognerà però aspettare.

L'autore: Giuseppe Colasanto