Draghi, la tecnocrazia e la politica assente

Pubblicato il 10 Settembre 2012 alle 16:20 Autore: Matteo Patané
mario draghi

 

La comunicazione di Mario Draghi, presidente in carica della Banca Centrale Europea, del 6 settembre 2012 segnerà senza alcun dubbio uno spartiacque nella storia della crisi economica internazionale che ormai da diversi anni attanaglia il mondo e in particolare il Vecchio Continente.

Per la prima volta, infatti, la BCE è stata in grado di offrire una risposta convincente e soprattutto efficace alle successive ondate speculative che, nel lungo termine, avrebbero rischiato di mettere al tappeto Paesi come Italia e Spagna, usandoli come grimaldello per una progressiva devastazione economica – e dunque sociale – dell’intera costruzione europea.

Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla sede della BCE a Francoforte sul Meno alle ore 14:30, ha illustrato le mosse intraprese dalla Banca Centrale Europea per contrastare le manovre della speculazione finanziaria, e si tratta finalmente di un piano articolato, sufficientemente equilibrato da guadagnarsi l’approvazione, ma al tempo stesso in grado di dotare la BCE di quegli strumenti che il processo di unificazione dell’Europa era stato rapido nel togliere alle banche centrali nazionali ma non sufficientemente accorto da fornirli alla banca centrale.

mario draghi

La vera e reale novità della nuova linea BCE è l’acquisto diretto di titoli di stato, senza alcun limite quantitativo prefissato, dal mercato secondario; gli acquisti si concentreranno sui titoli a breve scadenza (massimo tre anni).
Non vi saranno meccanismi automatici di acquisto legati a soglie di tassi di interesse, ma dovranno essere i singoli Paesi interessati a presentare richiesta alla BCE.
La contropartita non sarà tuttavia esente da sacrifici: in cambio di un calmiere allo spread dovuto agli acquisti della BCE, il Paese richiedente dovrà impegnarsi a concordare – in termini di tempi e modalità – riforme istituzionali necessarie alla messa in sicurezza dei conti pubblici, pianificando una sorta di memorandum. Tale documento sarà vincolante, e la BCE avrà facoltà di interrompere la procedura di aiuti in casi di infrazioni.
Le decisioni relative all’avvio, alla gestione dell’intervento e al termine dell’azione di aiuto verranno prese dalla BCE in assoluta autonomia, ma l’Eurotower si avvarrà anche della consulenza del FMI, in special modo per la parte più prettamente politica – e quindi esterna al mandato della banca – relativa alla valutazione delle manovre politiche messe in campo dagli Stati per il riassetto dei conti pubblici.
I Paesi nordici hanno poi chiesto e ottenuto la sterilizzazione della liquidità del programma di aiuti; si tratta di una clausola non da poco, che prevede sostanzialmente che gli acquisti di titoli di stato siano fatti utilizzando la moneta esistente senza stamparne di nuova, in modo da preservare la base circolante e quindi evitare deprezzamenti e svalutazioni monetarie; inoltre il programma di aiuti scatterà solo in concomitanza con l’avvio del suo omologo (l’ESM) sul mercato primario.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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