La Sicilia in bilico tra bancarotta e speranza. Chi la governerà?

Pubblicato il 6 Ottobre 2012 alle 20:28 Autore: Andrea Iurato

Ormai siamo agli sgoccioli per le elezioni siciliane. Il 28 Ottobre, unico giorno di votazione, i siciliani dovranno decidere chi dovrà governarli per il prossimo quinquennio.

Dopo dieci anni, in cui il primo governatore è in carcere condannato per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreti d’ufficio, mentre il secondo è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, i partiti hanno puntato su figure diverse dalle solite.

Secondo gli ultimi sondaggi e sensazioni, la corsa sarà a 2: Nello Musumeci contro Rosario Crocetta.Il primo sostenuto da La Destra, PDL e PID, il secondo dal PD, UDC, API e  PSI, sono dati quasi alla pari: entrambi i candidati si aggirano tra il 30 e il 32% (secondo i sondaggi di Datamonitor.it) e cercheranno fino all’ultimo di accaparrarsi i voti di coloro che ancora appaiono indecisi.

E questa sarebbe la prima novità di questa fase della campagna elettorale, legata ad un’impennata della cifra dell’astensione potenziale.

La percentuale di questi cittadini è altissima: circa il 40% dei siciliani, ad oggi, non vuole recarsi a votare. In effetti è un atteggiamento che rispecchia tutti gli scandali a cui stiamo assistendo in questi giorni e di cui a soffrirne di più è il PDL. Il partito di Berlusconi è in continuo calo nei sondaggi e addirittura si pensa che il suo fondatore voglia metterlo da parte e creare un nuovo contenitore per i moderati.

Gli scandali,in effetti, pare abbiano avvantaggiato Crocetta: secondo il sondaggio di Datamonitor.it il candidato del centrosinistra ha rosicchiato quasi tutto il vantaggio che aveva su di lui Musumeci. Addirittura la sua lista civica, Crocetta Presidente,è data attualmente al 6 %; un fatto importante visto che nelle ultime tornate elettorali la lista del presidente non aveva mai superato la soglia di sbarramento del 5%. Stessa cosa per la “Lista Musumeci”, data al 6,2%.

Un caso a parte merita Fava. Il giornalista, sostenuto da SEL, IDV e FDS, è stato costretto a mettersi da parte a causa di un errore banale ma quantomai importante: doveva spostare la sua residenza in Sicilia entro il 13 Settembre, mentre il cambio è avvenuto solo il 18. Per questo motivo ha ceduto il  timone a Giovanna Marano, sindacalista della FIOM; cambio di timone che pare non sia stato gradito dall’elettorato di Fava visto che, sempre secondo Datamonitor, dopo il passaggio di testimone la coalizione che la sostiene sarebbe passata dal 11,5 al 7,5%.

Miccichè, candidato sostenuto da Grande Sud, FLI e Partito dei Siciliani (ex MPA) si conferma terzo in graduatoria in doppia cifra. Le stime dei sondaggi oscillano da un 15 a un 20%; un risultato importantissimo soprattutto dal punto di vista delle alleanze post 28 Ottobre. Chiunque vinca non può pensare di governare senza l’ex Sottosegretario, e questo, però potrebbe comportare, di converso, un’ulteriore mancanza  di governabilità.

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