Elezioni siciliane, un’analisi del voto

Pubblicato il 31 Ottobre 2012 alle 20:42 Autore: Matteo Patané
elezioni sicilia, crocetta

Le fratture maggiori si sono avute nel centrodestra: la vasta coalizione che nel 2008 aveva sostenuto Lombardo appare oggi divisa, con il tronco principale, formato dal PdL, impegnato con Musumeci, una frangia ribelle a sostegno di Micciché e addirittura l‘UdC in coalizione con il PD a sostegno di Crocetta.
Cambiando sponda, nemmeno a sinistra è stato possibile trovare un candidato unitario: IdV e SEL hanno infatti scelto di non appoggiare Crocetta e fare una corsa in solitaria; la loro corsa è però stata compromessa dal pasticcio legato alla mancata candidatura di Fava e alla sua repentina sostituzione. L’impressione di inefficienza e disorganizzazione fornita in quel frangente, unita alla figura comunque di ripiego scelta per la corsa alla presidenza hanno inevitabilmente penalizzato la coalizione di sinistra, a favore del candidato di PD e UdC.
In questo scenario già di per sé piuttosto complesso si innesta il MoVimento 5 Stelle, che dopo il trionfale tour di Grillo nelle principali città dell’isola arrivava all’appuntamento elettorale con concrete ambizioni di governo.
Il voto di domenica 28 ottobre, tuttavia, sancisce come vincitrice assoluta l’astensione: la percentuale di affluenza, infatti, si è attestata ad un modesto 47%, circa il 19% e 800.000 elettori in meno rispetto al 2008. Si tratta di una percentuale enorme, che mostra una disaffezione dalla politica ormai a livelli patologici e induce ad una prima, fondamentale riflessione: il numero dei votanti è precipitato malgrado la presenza di forze di protesta come il MoVimento 5 Stelle e il Movimento dei Forconi; anzi, le percentuali di affluenza sono state più basse proprio nelle province occidentali, in cui i grillini hanno ottenuto le proprie prestazioni migliori.
Ciò ha implicazioni molto pesanti e lascia indendere come ormai nemmeno più Grillo, malgrado gli slogan in tal senso, sia più in grado di riavvicinare la gente comune alla politica; lo scollamento tra cittadini e istituzioni non riguarda più, ormai, i politici o la classe politica nel suo complesso, ma si estende alle stesse forme di espressione democratica. La politica, sempre di più, viene vista come il problema e non come lo strumento con cui i problemi devono essere risolti.

Confronto affluenza
elezioni regionali 2012 – elezioni regionali 2008

 

Risultati elezioni regionali 2012
dettaglio per provincia

Passando dall’area del non voto a quella del voto, emerge in primo luogo il successo di Rosario Crocetta, un successo che per il centro-centrosinistra appare al tempo stesso esaltante e insoddisfacente. A parte la brevissima parentesi 1998-2000, infatti, è la prima volta che un esponente dell’area progressista si ritrova alla guida dell’isola. Ha ragione Bersani a considerare storico il risultato ottenuto, ma proprio questa definizione esprime al meglio tutti i limiti del centrosinistra nella politica regionale. Crocetta, infatti, non ha ottenuto la maggioranza necessaria a governare (39 consiglieri su 90), e ora dovrà quindi scendere a patti con altre forze politiche per raggiungere la soglia dei 46 deputati necessaria alla formazione di un governo stabile. Se persino questa condizione minimale di vittoria è storica, si comprende appieno quanto la Sicilia fosse e sia ancora un territorio difficile per il centrosinistra.

Legata a doppio filo con l‘anatra zoppa di Crocetta c’è la sconfitta di SEL e IdV, che hanno fatto una corsa solitaria e fallimentare: le due formazioni si fermano sotto la soglia minima della rappresentanza in consiglio regionale, facendo di fatto sparire la sinistra vera e propria da Palazzo dei Normanni. Una scelta politica tecnicamente fallimentare, intrapresa per non voler intraprendere un’alleanza con l’UdC ma che ha avuto come esito l’assenza di quella maggioranza all’ARS che il 6% della Marano avrebbe potuto portare in dote a Crocetta e soprattutto una voce di vera sinistra nella coalizione vincente, ora decisamente più sbilanciata al centro.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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