Perché ha vinto Fassino? La risposta negli exit poll

Pubblicato il 26 Febbraio 2011 alle 20:07 Autore: Giovanni Diamanti
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Analisi del risultato delle primarie di Torino: over 65 e Chiamparino decisivi per la vittoria dell’ex segretario Ds

Premessa: l’exit poll torinese è stato un grande sforzo organizzativo, che ha richiesto l’impiego di oltre venti collaboratori ai seggi e un’elaborazione costante dei dati nel corso della giornata da parte degli analisti di Termometro Politico. Se le indicazioni emerse dai primi exit poll pubblicati alle 20, già consolidate dalla tarda mattinata, sono state confermate in pieno dallo scrutinio, è grazie al lavoro di tutti, in particolare dei rilevatori che hanno stazionato davanti ai seggi per tutta la giornata, e alla collaborazione degli organizzatori e dei votanti, che hanno mostrato grande disponibilità verso la nostra indagine.

I dati di seguito si riferiscono a un’analisi delle 2.015 interviste realizzate all’uscita da 19 seggi-campione delle primarie. Il margine d’errore stimato è del +/- 1,8%.

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ANALISI: IL TRIONFO DI PIERO, GRAZIE (ANCHE) A OVER 65 E CHIAMPARINO

di Giovanni Diamanti

Le primarie torinesi di domenica saranno ricordate per un’affluenza record (oltre 53.000 votanti, contro i 39.000 delle primarie Pd del 2009), e per il trionfo di Piero Fassino. L’ex segretario Ds era senz’altro il favorito, anche a detta del sondaggio diffuso da Termometro Politico a metà gennaio, ma la sua vittoria era tutt’altro che scontata, almeno con queste proporzioni: alla vigilia, alcuni osservatori ritenevano che la sua candidatura si sarebbe potuta rivelare un boomerang, se Fassino fosse stato percepito come il candidato imposto da Roma, dall’apparato, lontano dal territorio.

Ma Davide Gariglio, lo sfidante, esponente di rilievo del Pd cittadino di area cattolica e moderata, non ha sfruttato questo punto di debolezza di Fassino a suo favore. Anzi. Accettando il sostegno di alcuni importanti consiglieri regionali (e delle molte preferenze che portavano in dote), l’ex presidente del Consiglio regionale ha probabilmente perso la chance di presentarsi come il candidato giovane e “anti-establishment”, rischiando a sua volta di apparire come espressione dell’apparato democratico locale.
I successivi duri attacchi a Fassino sulla questione anagrafica e i toni da molti giudicati irriverenti non sono serviti ad aggiustare il tiro, e sono invece risultati controproducenti, accentuando la percezione di una comunicazione arrogante e poco rispettoso dell’avversario, che poteva vantare una storia personale comunque fortemente legata alla città.
Ma non sono stati solo i limiti di Gariglio a determinare la netta vittoria di Fassino.

Alcune importanti indicazioni ci vengono dall’analisi degli exit poll condotti da Termometro Politico in 19 seggi-campione (2.015 interviste, margine d’errore +/- 1,8%).

L’appeal dell’ex leader dei Democratici di Sinistra, infatti, è stato soverchiante tra gli anziani, la fascia d’elettorato più ampia in città, con il 73% delle preferenze. Gli elettori del Partito Democratico, poi, che pesavano per due terzi del totale, hanno preferito Fassino al 68%.

Certo, Gariglio poteva contare su un sostegno delle fasce d’età medio-basse, come pure Passoni e Curto che hanno sfondato tra gli under 30, ma questo non è bastato, dal momento che meno di un votante su tre aveva meno di 45 anni. Inoltre, l’attrattiva di Gariglio sui non fassiniani era comunque modesta: alla domanda su chi avrebbero votato in un eventuale ballottaggio tra Fassino e Gariglio, infatti, gli intervistati hanno premiato nettamente Fassino con il 67%, e soltanto 5 su 100 hanno dichiarato che non sarebbero andati a votare.

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