La vittoria di Fassino: analisi del voto

Pubblicato il 4 Marzo 2011 alle 10:45 Autore: Matteo Patané
fassino

Domenica 27 gennaio si sono svolte le primarie del centrosinistra per l’ultima grande città che ancora le aspettava, Torino.
Una serie di fattori concomitanti rendeva l’appuntamento estremamente importante e delicato per la coalizione e per il Partito Democratico in particolare: i timori di inquinamento del voto dopo la pessima figura di Napoli; il timore di una bassa partecipazione in una città da molti considerata il test chiave per la sopravvivenza del centrosinistra nel nord del Paese; la partecipazione di Piero Fassino come candidato principale del PD e l’incognita su come la popolazione torinese avrebbe risposto ad uno dei politici più additati tra gli esponenti della “Casta”, anziano anagraficamente e politicamente e soprattutto colui che, con le parole “abbiamo una banca” segnò, a torto o a ragione, la fine della percezione della superiorità morale della sinistra.
Una campagna elettorale molto tesa, con ben cinque candidati rimasti in lizza dopo vari ritiri eccellenti, di certo non contribuiva a rendere l’atmosfera più distesa.

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Le primarie del 27 gennaio hanno spazzato via queste paure, regalando una giornata di straordinario successo al centrosinistra.

Il dato importante è stato naturalmente quello della partecipazione: 53.185 voti, di cui 53.002 validi, sono un risultato indiscutibilmente straordinario, ben al di sopra delle attese e molto al di sopra anche delle analoghe consultazioni precedenti fatte a livello nazionale nel 2007 e nel 2009 che incoronarono rispettivamente Veltroni e Bersani, quando si restò sempre sotto i 40.000 partecipanti.
I votanti alle primarie sotto la Mole sono stati il 21,99% dei voti conquistati da Mercedes Bresso nel Comune alle ultime elezioni regionali svoltesi nel 2010, un dato in linea con i rapporti ottenuti nei Comuni di Milano e Bologna raffrontando le medesime tipologie di consultazioni ed esaltato dal fatto che nella coalizione a sostegno di Mercedes Bresso sono conteggiati anche i voti dell’UDC, una formazione estranea alla composizione classica del centrosinistra e che sicuramente non sosterrà il candidato uscito dalle primarie alle elezioni di maggio.

La tabella riportata, ottenuta aggregando i dati presenti sul sito del Partito Democratico di Torino per circoscrizione, focalizza l’attenzione proprio sul vincitore delle primarie e sulle dimensioni della vittoria ottenuta.
Piero Fassino, ultimo segretario dei DS, sarà il candidato sindaco del centrosinistra, avendo vinto le primarie con 29.297 preferenze, pari al 55,28% dei voti validi. Più che doppiato il diretto competitor, Davide Gariglio, che ha totalizzato il 27,39%, mentre gli altri candidati si sono fermati rispettivamente al 12,42% (Passoni), 4,15% (Curto) e 0,76% (Viale).

Questi risultati offrono una lunga serie di spunti di riflessione, su cui il centrosinistra torinese dovrà soffermarsi e analizzare con attenzione in vista della sfida elettorale di maggio.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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