Recensione/2 – “La prima linea”

Pubblicato il 4 Dicembre 2009 alle 12:28 Autore: Michela Borsa
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Recensione/2 – “La prima linea”

 

Recensione/2 - "La prima linea"

FILM: LA PRIMA LINEA

REGIA: Renato De Maria

Anno: 2009

Con: Riccardo Scamarcio, Dario Aita, Giovanna Mezzogiorno, Jacopo Maria Bicocchi, Michele Alhaique

Distribuzione: Lucky Red

Prima Linea (PL) è stata un’organizzazione armata nata in provincia di Milano nel 1976 e seconda per numero di aderenti solo alle Brigate Rosse. Fondata da reduci dei gruppi extraparlamentari di Lotta Continua e Potere Operaio (e altri fuoriusciti, come quelli di Azione Rivoluzionaria), PL si è distinta dalle Brigate Rosse anche per una meno marcata elaborazione ideologica a vantaggio di una maggiore concretezza nelle azioni.

Renato De Maria, ispirandosi liberamente al libro-testimonianza “Miccia corta” di uno dei fondatori dell’organizzazione (Sergio Segio), ne mette in scena la genesi e la morte, ripercorrendo i passi principali della sua storia. Sullo sfondo, l’Italia tumultuosa degli Anni di piombo, con il suo vortice di passioni, utopie e rabbia. Per farlo il regista si è concesso il lusso di scritturare due “prime linee” del cinema italiano, Riccardo Scamarcio nei panni dello stesso Segio, e Giovanna Mezzogiorno, che interpreta il ruolo della sua compagna di vita, e di armi, Susanna Ronconi. Nel 1982, quando l’organizzazione si è ormai sciolta, il protagonista parte da Venezia insieme ad altri ex combattenti per liberare Susanna detenuta in un carcere di Rovigo. Il vero viaggio, però, è nella sua memoria.

Le critiche

“Il film di cui tutti parlano ma che nessuno ha ancora visto”. Il sottotitolo scelto per accompagnare la locandina della pellicola è certamente significativo: fiumi di parole e di inchiostro hanno infatti preceduto l’uscita del film nelle sale, frutto della delicatezza del tema trattato. Per molti, il terrorismo degli anni Settanta rappresenta ancora un tema da accantonare, da lasciare nella foschia in cui è stato per anni abbandonato. Anche perché, quando veniva resuscitato, i brigatisti rischiavano di venire dipinti come dei giovani sognatori, disposti a qualche eccesso di troppo pur di raggiungere l’Ideale di una società egualitaria. Una distorsione storica che conduceva ad una sorta di revisionismo filo-brigatista.

Così, solo per fare due esempi, mentre il Giornale definiva “La prima linea” come “il film che trasforma i brigatisti in eroi”, Luca Telese replicava sul “Fatto Quotidiano” che, al contrario, la pellicola offre una visione “dolente e triste” degli avvenimenti, rifiutando qualsiasi apologia della lotta armata.

I temi

“La prima linea” si regge in gran parte sullo spartiacque rappresentato dalla decisione di intraprendere la lotta armata, passando, come racconta lo stesso Sergio, “dalla forza della ragione alla ragione della forza”. È così che i componenti del gruppo si fanno trascinare dagli eventi in una successione di azioni sempre più inesorabili: dalle intimidazioni agli omicidi, la strada fu breve.

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