Recensione: “Hatikva” di Marco Rivello

Pubblicato il 5 Agosto 2010 alle 19:30 Autore: Livio Ricciardelli
hatikva

Sono i momenti di vita vissuta, le semplici consuetudini fondamentali della nostra esistenza che molto spesso rappresentano il simbolo di tutta la nostra esperienza terrena e di tutte le nostre idee sul mondo, sulla società e sull’avvenire.

Può essere allora la sede dell’esame di maturità, simbolo di un passaggio simbolico tra una fase e l’altra della vita di un giovane, la base per un percorso storico e politico che si snoda all’insegna della più grande delle cose: la speranza.

 

È questo il filo conduttore del bel libro di Marco Rivello “Hatikva”. Rivello è uno studente di scienze politiche che sin da giovane ha coltivato la sua passione per la scrittura e per il giornalismo. E il grande merito del suo libro è proprio quello di porre al centro della discussione non solo il tema della speranza, ma anche quello del cambiamento sociale. Cambiamento inteso in senso positivo e che è avviabile anche attraverso le azioni di singoli individui. Singoli individui che insieme possono veramente cambiare il mondo ed accendere una fiammella di speranza per le giovani generazioni e non solo.

Il tema base della tesina di Rivello nel suo esame è infatti proprio la speranza. Si sfrutta la cosa allora per evidenziare i tratti caratteristici di persone che in ogni modo sono stati protagonisti di storie legate alla speranza o persone in grado di riaccendere una fiammella quasi spenta di questa speranza.

Da John Fitzgerald Kennedy, e dalla sua ottima definizione del concetto di “nuova frontiera” simbolo di come siano marcate le differenze e ribaltate le logiche politiche tra la realtà americana e quella europea, si passa alla storia del matematico indiano Srinivasa Ramanujan protagonista di una storia condita di speranza ma finita troppo presto, per poi passare a Martin Luther King (bellissimo il cenno al cambiamento possibile proprio perché si è vissuta una situazione di sofferenza) al “sogno spezzato” rappresentato da Bob Kennedy.

Il tutto sullo sfondo degli anni ’60. Un’era di consolidamento per i paesi democratici che però, accanto al boom economico presente in Italia, registravano ancora un elevato numero di contraddizioni da superare per rendere la società più giusta e equa.

Una società che ha vissuto questa sua “speranza verso il cambiamento in positivo” tramite la partecipazione alimentata proprio dal tratto caratteristico della speranza. Il movimento delle “Black Panthers” e lo sconvolgente pugno chiuso alzato dagli atleti americani alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 rappresentano forse il più alto ed elevato grido di speranza verso una società americana che, proprio in quei giorni e in quei mesi, lottava per il progresso. Ad ogni costo, in ogni stato, con tutti i mezzi pacifici possibili.

L’autore dunque, tenendo come base del discorso il suo colloquio d’esame, espone poi le sue idee sulla politica e su come i giovani debbano porsi come motori del mutamento. Una generazione a tratti privilegiata, per l’assenza di guerre e conflitti armati in Europa, ma anche meno speranzosa della precedente. Come se il futuro appaia più buio, più insicuro e meno definito.

Per far fronte a queste sfide e sconfiggere questi timori occorre un sussulto di partecipazione e di interesse alla politica alimentabile proprio tramite il motore di tutti i cambiamenti: la speranza di cui si fa riferimento anche nel titolo “Hatikva”, nome dell’inno nazionale israeliano. Inno rappresentate di una società che si basa molto, sui suoi aspetti religiosi, sulla caratteristica della speranza.

(per continuare la lettura cliccare su “2”)

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →