Fact checking di Pagella Politica: Monti sulla pressione fiscale

Pubblicato il 15 Febbraio 2013 alle 10:42 Autore: Pagella Politica

Mario Monti ha dichiarato: “Le tasse negli otto anni di governo Berlusconi in Italia sono aumentate – le entrate pubbliche sono aumentate in media annua di 22 miliardi di euro. Il governo Prodi (due anni), media annua: 26. Governo Monti, media annua: 20. Ho molta sollecitudine per non alzare e per ridurre la pressione fiscale. Solo che m’hanno lasciato una situazione tale che per rispettare gli impegni presi in Europa da Berlusconi nell’estate del 2011, quando la Banca Centrale… Questa è la lettera della Banca Centrale. Lui si è precipitato a dire: <>”. Pagella Politica ha effettuato il fact checking della dichiarazione di Monti e si è espressa con un “Panzana pazzesca”.

La dichiarazione del premier dimissionario Mario Monti appare “densa” di imprecisioni.

Innanzitutto, non ci sembra corretto affermare che “sotto il governo Berlusconi” le tasse siano aumentate. Come analizzato precedentemente proprio su Pagella Politica, in realtà gli anni in cui ha governato il Cavaliere hanno segnato una tendenza al ribasso, se non alla stabilizzazione della pressione fiscale. La pressione fiscale media, durante il secondo e terzo governo Berlusconi, infatti, era di appena 40.9% contro un 42.6% del governo Prodi successivo. L’ultimo governo Berlusconi, come possiamo vedere, si è limitato a stabilizzare la pressione fiscale mantenendosi su una media costante del 42.7%. Siamo coscienti che le manovre siglate da Tremonti ed approvate poco tempo prima dell’avvento di Monti hanno sicuramente contribuito, assieme al Decreto Salva Italia, al rialzo della pressione fiscale, ma erano tempi di acutissima crisi finanziaria, ed erano manovre di consolidamento fiscale la cui logica di fondo era probabilmente approvata dallo stesso Monti. E’ quest’ultimo, infatti, che le implementa anticipatamente nel corso del 2012 (l’Imu ne è un esempio) e consolida la pressione fiscale al 44.7%, con prospettive di aumento del 2013 e 2014.

Veniamo adesso all’analisi delle entrate pubbliche e verifichiamo se corrisponde al vero l’aumento menzionato dal Presidente del Consiglio. Abbiamo effettuato diversi “esercizi” per venire a capo della dichiarazione. Come si può vedere dalla tabella sotto (tratta da dati Istat e dall’Aggiornamento al DEF 2012, con dati previsionali per il 2012-13), sia se si  fanno medie sulle entrate pubbliche vere e proprie sia più correttamente sulla voce “entrate tributarie e contributi” (la prima categoria include, infatti, anche i trasferimenti da famiglie, da imprese e in c/c, nonché i dividendi, gli interessi attivi e il risultato lordo di gestione), i numeri citati da Monti non si trovano.

 

Abbiamo provato anche ad escludere gli anni delle elezioni (che, in quanto “di transizione”, potrebbero soffrire di “distorsioni” portate dai governi precedenti) o ad attribuire i relativi dati (in due scenari distinti) ai governi entranti e uscenti, ma neppure in questo caso siamo riusciti a trovare i numeri citati sull’orizzonte temporale degli ultimi 10-12 anni (che sembra quello preso in considerazione dal premier dimissionario). In ogni caso, assegnare periodi di transizione al governo precedente potrebbe essere l’approccio più corretto, dato che le entrate raccolte in un anno sono determinate dalla Legge di Stabilità approvata verso la fine dell’anno precedente.

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L'autore: Pagella Politica

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