I programmi economici dei partiti

Pubblicato il 22 Febbraio 2013 alle 10:55 Autore: Andrea Turco

Domani è il giorno del silenzio elettorale. Basta comizi, promesse, scontri e interviste televisive.

A parlare saranno i cittadini. Occorre però che gli elettori sappiano quali siano, in sintesi, i programmi economici dei maggiori partiti che si candidano a governare l’Italia. Li vediamo qui di seguito.

 

pdPartito Democratico

  • Rimodulare l’Imu a favore dei redditi più bassi, azzerandola per chi ora paga fino a 500 euro
  • Deduzione forte o totale degli utili che vengono reinvestiti dalle imprese
  • Liberalizzazioni per favorire la concorrenza tra le imprese e finanziamenti per ricerca e innovazione
  • Contributi meno onerosi per i lavoratori a tempo indeterminato rispetto a quelli precari
  • Riduzione uso del contante per rendere tracciabili i pagamenti per combattere l’evasione
  • 50 miliardi in 5 anni per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese.
  • Banda larga e Itc, una grande opera infrastrutturale per sviluppare un sistema di servizi che dia spinta all’Italia

 

 

 

 

Popolo della libertà

  • No all’Imu sulla prima casa e restituzione dell’imposta pagata nel 2012
  • Due aliquote Irpef: del 23% sotto i 43 mila euro di reddito e del 33% oltre questa soglia
  • Detassazione delle nuove assunzioni con il credito d’imposta alle aziende pari ai contributi pagati
  • Vendita del patrimonio pubblico per 15/20 miliardi all’anno
  • Taglio della spesa pubblica del 10% in 5 anni: portare nel 2017 da 90 a 50 miliardi l’anno l’onere per interessi

 

 

 

 

Con Monti per l’Italia

  • Taglio Irpef per ridurre il gettito di 15 miliardi, a partire dalle due aliquote più basse
  • Spesa pubblica corrente ridotta del 4% rispetto al PIL in 5 anni
  • Privatizzazioni e cessioni di imprese e immobili di Stato per 130 miliardi in 5 anni
  • Aumento delle detrazioni per l’Imu sulla prima casa: da 200 a 400 euro già nel 2013
  • Sgravi alle imprese (IRAP) che innovano

 

 

 

 

Fare per Fermare il declino

  • Abbassare l’Irpef del 20% e abolire progressivamente l’IRAP nell’arco di 5 anni
  • Riduzione della spesa pubblica di sei punti di PIL. Privatizzazioni di società ed immobili pubblici
  • Liberalizzazioni in settori “Ancora non pienamente concorrenziali”: Energia, trasporti, banche
  • Un patto con l’Europa per tenere bassi i tassi d’interesse sui titoli di stato

 

 

 

 

Movimento 5 Stelle

  • Introduzione della class action
  • Abolizione delle scatole cinesi in Borsa
  • Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate
  • Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate
  • Abolizione della legge Biagi
  • Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno
  • Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale
  • Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite
  • Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia)
  • Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato
  • Abolizione delle stock option
  • Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato
  • Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei
  • Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari
  • Favorire le produzioni locali
  • Sostenere le società no profit
  • Sussidio di disoccupazione garantito
  • Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia)

 

 

 

 

 

Rivoluzione Civile

  • Riconversione ecologica dell’economia
  • Reddito minimo per i disoccupati
  • Aumento retribuzioni italiane grazie al recupero del fiscal drag e dalla tassazione delle tredicesime
  • Premiare fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato
  • Impedire privatizzazione beni comuni
  • Creazione posti di lavoro attraverso piano per il risparmio energetico: Sviluppo delle rinnovabili
  • Eliminazione Imu sulla prima casa
  • Estendere Imu agli immobili commerciali della chiesa e delle fondazioni bancarie
  • Istituire patrimoniale sulle grandi ricchezze
  • Alleggerire pressione fiscale dei redditi medio bassi
  • Abbattimento dell’alto tasso degli interessi pagati. Accanto al Pil deve nascere un indicatore che misuri il benessere sociale e ambientale;

 

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L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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