Comunali 2011: il voto ai partiti

Pubblicato il 26 Maggio 2011 alle 10:43 Autore: Matteo Cavallaro

Chi ha vinto le ultime elezioni amministrative? La risposta è, direi, chiara a chiunque. Il centrosinistra ha certamente ottenuto la vittoria politica dalle urne, eleggendo al primo turno sia a Bologna che a Torino e mandando allo stesso tempo al ballottaggio Milano, Napoli e Cagliari. La politica ed i numeri sono però spesso distanti e alle volte sembrano quasi contraddirsi. Con questo articolo cercheremo quindi di capire come si sono comportati gli italiani nelle urne e se la vittoria dell’ala progressista sia davvero presente nelle urne o sia invece solo una combinazione tra le divisioni del centrodestra e la pessima campagna elettorale di Milano.

Per fare ciò abbiamo calcolato i voti di 29 comuni capoluogo (Villacidro è stata tenuta fuori essendo sotto i 15.000 abitanti). Abbiamo ricostruito i risultati in queste città sulle seguenti tornate elettorali: comunali 2011, regionali 2010 (tagliando perciò fuori i capoluoghi sardi e friulani), Europee 2009, comunali precedenti.

Comunali 2011: il voto ai partiti
Comunali 2011: il voto ai partiti

Passiamo a vedere i risultati. Il centrosinistra ottiene il 46.1% dei voti validi, staccando di quasi 9 punti il centrodestra fermo al 37.7%. Il PD con il suo 25.6% è il primo partito nel campione considerato seguito dal PDL, che supera di poco il 20.

All’interno degli schieramenti nessuna altra forza, presa singolarmente, riesce a raggiungere il 10%. Già così possiamo iniziare a tirare qualche conclusione. Iniziamo dal centrosinistra: il PD conferma la propria leadership nelle urne, proprio nel momento in cui i candidati di SeL e dell’IdV ottengono il maggior risalto. I nomi sono quelli degli uomini di Vendola e di Di Pietro, ma la macchina organizzativa è decisamente quella di Bersani. Senza di questa difficilmente Napoli e Milano avrebbero regalato sorprese.

Il centrodestra esce fortemente penalizzato da questa tornata elettorale: il tracollo del Pdl, e l’arretramento anche della Lega, vengono solo in parte compensati dall’alta percentuale ottenuta dalle varie liste civiche e partiti minori di centrodestra (oltre l’11%). Senza dubbio sul voto ha influito il calo di popolarità di Berlusconi, che alla vigilia aveva chiamato il suo elettorato a sostenere il centrodestra per sostenere lui e il suo governo; ma c’è anche da considerare la conferma di una tendenza – storica – delle forze di centrodestra a non ottenere risultati all’altezza delle sue potenzialità alle elezioni amministrative.

Non solo: la prestazione di SeL e IdV è se vogliamo carente. Entrambe sotto il 5%. In particolare il movimento di Vendola, accreditato intorno all’8%, stupisce: nelle urne si sgonfia in maniera inaspettata nonostante il traino di Bologna (dove la lista ottiene  il 10%) e della candidatura di Pisapia. Risulta comunque in salita e nel suo insieme la sinistra radicale si aggira intorno al 7.2%. Questo è anche un dato di sicuro interesse: si mantiene infatti lo stesso consenso avuto alle europee del 2009. A mio dire ciò è causato dalla concorrenza di liste minori e civiche. Tuttavia è da notare come rispetto alle elezioni comunali precedenti vi sia un calo. L’area a sinistra del PD insomma non si è ancora ripresa dal tragico destino della Sinistra Arcobaleno ed anzi continua ad arrancare. I suoi voti sono ancora sparsi. C’è comunque da notare come lo spazio sia stato anche in parte occupato da IdV (che prosegue nel suo calo rispetto al 2009) e dal Movimento 5 Stelle.

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