Napoli, analisi del voto

Pubblicato il 4 Giugno 2011 alle 06:58 Autore: Matteo Patané
de magistris napoli

Il ballottaggio ha completamente trasfigurato ogni aspettativa della vigilia, trasformandosi in un incubo per Lettieri ed il centrodestra e in una cavalcata trionfale per De Magistris, eletto sindaco con uno straordinario 65,38% delle preferenze.
Il numero dei votanti scendeva ulteriormente, calando di altre sessantamila unità rispetto al primo turno e portando il totale a poco più di quattrocentomila voti validi.
L’assenza dei voti di lista ha lasciato spazio al puro e semplice voto di opinione, e la situazione ha premiato oltre misura il candidato del centrosinistra, che è passato da 128.303 preferenze a 264.730. Lettieri nel contempo scendeva da 179.575 a 140.203.
De Magistris convogliava quindi su di sé non solo le proprie preferenze del primo turno, ma anche quelle di Morcone, Fico e Pasquino in maniera pressoché totale, mentre una parte consistente dei sostenitori di Lettieri al primo turno disertava le urne. Il miracolo era quindi compiuto, e De Magistris riusciva ad evitare alla città di Napoli la stessa sorte toccata a Provincia e Regione, e al tempo stesso, rifiutando l’apparentamento con il PD al ballottaggio, evitava una nuova riproposizione della classe dirigente che aveva governato con ignavia la città negli ultimi anni.

Confronto del voto nei quartieri di Napoli
Comunali 2006 – Comunali 2011

La vittoria di De Magistris ha senza alcun dubbio trovato nella popolosissima municipalità 5 (Vomero – Arenella) la sua spinta propulsiva. Il quartiere, considerato assieme alle municipalità VI e X una delle roccaforti rosse della città, ha infatti visto crescere in maniera molto rilevante il proprio peso nella composizione del voto cittadino, laddove la maggior parte dei quartieri mostrava un andamento analogo al 2006 e le circoscrizioni II (neutra) e IV (favorevole alla destra) mostravano i maggiori decrementi.
Pur quindi in presenza di una generale diminuzione del voto erano i quartieri storicamente più vicini al centrodestra a risentire maggiormente della piaga dell’astensione.

Il fenomeno si accentuava ulteriormente nel turno di ballottaggio, con la municipalità V che sfondava il muro del 15% sul peso complessivo del voto cittadino; una dimostrazione di fedeltà tanto stupefacente quanto di fatto utile unicamente per fissare la portata della vittoria di De Magistris, dal momento che l’ex magistrato è riuscito a prevalere sul rivale in tutte le circoscrizioni cittadine.

Particolarmente interessante è infine l’analisi del voto delle zone più delicate della città, le municipalità VII (dove si trova il quartiere Secondigliano), VIII (Chiaiano e Scampia) e IX (Pianura): tutte e tre queste circoscrizioni al primo turno hanno visto Lettieri ben oltre il 40% – nel caso della VII prossimo al 50% – a riprova della preminenza del centrodestra nelle zone più disagiate dell’agglomerato urbano.

Le sfide che attendono De Magistris appaiono proibitive: la criminalità e l’emergenza rifiuti probabilmente sono problemi troppo grossi per essere affrontati e risolti nel corso di uno o due mandati. D’altra parte, De Magistris ha già vinto una sfida che pareva impossibile, quindi chi meglio di lui può garantire il futuro della principale città del Mezzogiorno?

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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