Addio a Ferruccio Mazzola “Terzo Incomodo”

Pubblicato il 8 Maggio 2013 alle 10:17 Autore: Umberto Zimarri

Ferruccio Mazzola a 68 anni  e dopo una lunga malattia dice addio al mondo del calcio.

Fratello di Sandro, bandiera dell’Inter, e figlio di Valentino, eroe indimenticato del Grande Torino e della nazionale. Ferruccio è stato un giocatore dalle ottime capacità tecniche ma è stato sempre oscurato dalla storia del suo cognome troppo pesante da sostenere.

Il suo carattere, così complicato,  lo ha portato ad avere un rapporto molte volte conflittuale con l’ambiente calcistico. Impiegato principalmente come mezzala, iniziò la sua carriera nell’Inter. Anche se con la maglia nerazzurra fu più che altro una meteora, collezionando solo una presenza.

Successivamente si trasferì in piazze minori come Venezia e Lecce. Le sue stagioni migliori le ha vissute con la Lazio a cavallo tra gli anni 60 e 70, vincendo anche uno scudetto.  Da allenatore è riuscito ad ottenere due promozioni con il Siena nella stagione 1983-84 e con il Venezia 1987-88 entrambe nella C2.

Nel 2004 è balzato alle cronache per il suo libro:  “Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola”. In questo senza peli sulla lingua attacca frontalmente il mondo del calcio, in particolar modo l’Inter del fratello e di Helenio Herrera. Il “mago” era accusato di somministrare doping, tramite alcune pasticche, in maniera sistematica ai calciatori dell’Inter.

L’ex calciatore si spinge molto oltre e lega le morti di Picchi,  morto a 36 anni di tumore alla colonna vertebrale, Carlo Tagini morto di osteosarcoma nel 2000, Mauro Biciclo, deceduto nel 2001 per un tumore al fegato e Ferdinando Miniussi, morto nel 2002 alle pratiche dopanti somministrate. Le accuse non sono rivolte solo all’Inter, ma anche alla Fiorentina per le  morti di Beatrice, Ferrante, Saltutti,  alla Lazio e  alla Roma per il caso Taccola.

Nel caso del club biancoceleste, Mazzola confessò di aver fatto uso insieme ai suoi compagni di un farmaco noto come Villescon, capace di migliorare notevolmente le prestazioni atletiche. Anche in questo caso ha collegato le malattie e i decessi di alcuni suoi ex compagni di squadra alle presunte  pratiche dopanti attuate.

Dopo l’uscita  del libro, il fratello Sandro ha chiuso con lui i rapporti, mentre l’allora dirigente dell’Inter Giacinto Facchetti sporse denuncia per diffamazione. In generale, come accade spesso in questi casi, il pianeta calcio ha abbandonato rapidamente la battaglia portata avanti da Ferruccio emarginandolo e tenendolo fuori dal circuito. C’è da sottolineare che nessuna accusa è stata mai dimostrata in sede giudiziaria. Negli ultimi anni della sua vita si è dedicato all’allenamento dei ragazzi della Borghesiana, il quartiere di Roma dove risiedeva.

Frasi celebri: Rivolgendosi al fratello che voleva giocare a basket: “Noi siamo gente di calcio, noi a calcio dobbiamo giocare; non siamo nati per tenere il pallone in mano”.

Statistiche  da giocatore:

Stagione Squadra Presenze e Reti
1963-64 Inter 0 (0)
1964-65 Marzotto Valdogno 22 (6)
1965-67 Venezia 50 (13)
1967 Inter 1(0)
1967-68 Lecco 18 (1)
1968-71 Lazio 85 (11)
1971-72 Fiorentina 16(1)
1972-74 Lazio 1(0)
1974-77 Sant’Angelo 69(3)
1968 Edmonton Driller ?