M5s, prove tecniche di disobbedienza

Pubblicato il 9 Maggio 2013 alle 14:44 Autore: Giuseppe Luongo

È alquanto semplice evidenziare come il M5s si trovi ad attraversare un’area di turbolenza sin da quando i suoi membri hanno iniziato ad avere accesso a cariche politiche di rilievo. Già dal caso Favia erano emerse le prime difficoltà di gestione dovute al contrasto tra pensiero individuale e linee guida del M5S: le stesse difficoltà hanno continuato a farsi sentire senza però essere risolte dal vertice del MoVimento.

Ultima manifestazione di una situazione che sembra diventare sempre meno gestibile, vista la catena di pentastellati espulsi dal movimento, è il contrasto tra i parlamentari eletti nelle liste cinquestelle e il loro portavoce Beppe Grillo in merito ai rimborsi parlamentari. I vertici del M5S, infatti, non sembrano gradire i dubbi dei cittadini eletti alle scorse elezioni su quanto restituire dell’indennità parlamentare e sul se restituire o meno la diaria, dubbi che hanno adirato l’ex comico genovese al punto da organizzare un incontro coi parlamentari stellati al fine di far capire loro l’importanza della restituzione dei rimborsi senza astenersi da sonore sgridate.

Già la settimana scorsa, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio avevano sollecitato i parlamentari del M5S tramite una mail affinché restituissero l’eccedenza di diaria, stipendi e indennità parlamentari, versando le quote stabilite in favore di una onlus o per la costituzione di un fondo Camera non facente capo al Movimento 5 Stelle a cui tutti gli altri gruppi parlamentari potranno partecipare ma in merito alla fattibilità della seconda proposta si attende ancora una risposta dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini.

Il motivo per cui Grillo non digerisce proprio il dissenso su quanto detto finora, risiede nel fatto che un comportamento simile potrebbe distorcere il messaggio di diversità rispetti ai politici-zombie, su cui il movimento ha fondato buona parte della propria campagna elettorale nonché punto cardine dell’esistenza stessa del M5S. Per questa ragione, il portavoce dei cinquestelle ha deciso di recarsi oggi a Roma, dove incontrerà i parlamentari del suo movimento per discutere della questione, di economia e di misure per la piccola e media impresa.

Resta, però, problematica la questione tra la libertà dei singoli e gli ordini del vertice pentastellato. Per quanto Grillo non perda occasione per richiamare i suoi eletti all’unità ed esortarli ad agire in maniera compatta seguendo quanto stabilito dal non-statuto, questo contrasto causerà sempre problemi al M5S fino a quando non sarà risolto. È vero che negli ultimi anni i parlamentari hanno mostrato i loro lati peggiori ma privarli della propria libertà d’azione politica non significa rischiare di farli diventare semplici pedine?

Il problema delle diarie è in realtà secondario. La questione reale riguarda l’obbedienza dei cittadini quando arriverà il momento di votare nelle aule del Parlamento: voteranno ciò che indicano gli elettori sul blog o ciò che loro credono sia meglio per la nazione? È questo che preoccupa realmente Grillo.

di Giuseppe Luongo