Il Partito Democratico converge su Epifani

Pubblicato il 10 Maggio 2013 alle 13:42 Autore: Giuseppe Spadaro

Domani a Roma si terrà l’assemblea nazionale del Partito Democratico. Si tratta di un crocevia importante: dopo le dimissioni di Bersani e dell’intero gruppo dirigente i “democratici” sono chiamati a decidere del loro destino.

Con alle porte il prossimo congresso c’è da decidere tempi, modalità e percorsi. Al momento l’orientamento prevalente lascia presupporre l’individuazione di una persona o di un gruppo ristretto di persone cui affidare il partito sino al prossimo congresso. Ma non è da escludere che individuato il “reggente” lo stesso possa poi candidarsi con buone possibilità di successo al timone del Partito Democratico.

I TEMPI DEL CONGRESSO

Nei mesi scorsi, all’indomani delle ultime elezioni politiche, si è parlato della possibilità di anticipare il congresso subito dopo il turno di elezioni amministrative di fine maggio. L’ipotesi pare tramontata per svariati motivi: alle ragioni di opportunità politica si aggiungono ragioni organizzative legate al ritardo nel tesseramento. Il prossimo congresso del Partito Democratico dovrebbe tenersi ad ottobre. Sino a quella data sarà fondamentale seguire gli sviluppi del Governo Letta. Anche e soprattutto alla luce di segnali di disapprovazione che arrivano dai singoli territori circa la decisione di formare un governo in alleanza col Pdl.

MODALITA’ E PERCORSI

L’assemblea nazionale che si riunirà domani alla Fiera di Roma rispecchia gli equilibri emersi nel congresso del 2009. Data dalla quale sono variati molti elementi. Perciò è difficile fare previsioni. Gli sforzi, in casa pd, sono tesi a salvaguardare quella che Bersani chiama la “ditta”. Il rischio è la balcanizzazione e l’acuirsi dello scontro che ha portato al siluramento delle candidature di Franco Marini e Romano Prodi alla presidenza della Repubblica.

I NOMI

Tutti si chiedono cosa farà Matteo Renzi. Dal 2009 ad oggi è il vero elemento di novità. Partendo dalle primarie perse contro Bersani sino alle elezioni perse da Bersani a fine febbraio Renzi, secondo l’opinione di molti è la figura da cui ripartire. Per molti Renzi è il punto da cui ripartire dopo le difficoltà degli ultimi mesi. Tutti sanno che una mancata risoluzione nell’assemblea di domani può portare a scissioni nel prossimo congresso. E si fa di tutto per evitare questa balcanizzazione pur sapendo quanto è lontano l’obiettivo invocato del “restare uniti”. Barca, Pittella, Civati, Cuperlo, Finocchiaro, Martini, Speranza e tanti altri nomi sono passati in rassegna nelle rassegne stampe degli ultimi giorni. Secondo ultime indiscrezioni però, il Pd si sarebbe unito sulla nomina di Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil dal 2002 al 2010, e attualmente presidente della Commissione attività produttive della Camera. Il via libera dovrebbe arrivare in serata. Viste le enormi divisioni interne al partito bisogna aspettare l’ufficialità della notizia. Nel caso non arrivasse, il tutto verrebbe rimandato a domani.

 

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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