Grillo contro Stato Euro e Diritti acquisiti

Pubblicato il 23 Maggio 2013 alle 18:11 Autore: Gianluca Mercuri

La carica, non di terremoto, di Beppe Grillo è letteralmente esplosa nella giornata di ieri, con un fuoco di dichiarazioni su diversi temi, tutte interessanti.

Pieno di energie, Beppe Grillo si è gettato nella mischia della campagna elettorale per le amministrative e ha, come suo solito, smosso le acque. Missili puntati contro tre obiettivi: l’Euro, lo Stato e il concetto di diritti acquisiti.

“L’Europa va ripensata. Noi consideriamo di fare un anno di informazione e poi di indire un referendum per dire sì o no all’Euro e sì o no all’Europa” ha annunciato ieri il leader del MoVimento. Chiarendo che una decisione di questo tipo, sulla permanenza o meno dell’Italia nell’Unione, spetti esclusivamente al popolo e non ai partiti.

La fuoriuscita dall’Eurozona è stata per lungo tempo cavallo di battaglia della scorsa campagna elettorale, e peraltro non pare essere campata in aria se, in tutta Europa, crescono movimenti che seguono la stessa linea. Se l’UKIP in Gran Bretagna sta esplodendo, in termini elettorali, lo deve soprattutto alle battaglie antieuro portate, combinazione, nel Parlamento Europeo dal suo leader Nigel Farage.

Anche dalla Germania arriva un assist, e da sinistra. L’ex leader della Spd (socialdemocrazia tedesca) e fondatore del movimento di sinistra “Die Linke” Oskar Lafontaine, sul procinto di diventare Cancelliere tedesco nel lontano 1990, ha giusto ieri chiesto a gran voce l’uscita della Germania dalla zona Euro, un nuovo sistema monetario, una nuova politica europea concentrata sul potenziamento dello stato sociale. Posizioni peraltro espresse in più di una circostanza dallo stesso Grillo.

Una bordata è stata lanciata alle massime istituzioni dello Stato, in occasione del ricordo a Giovanni Falcone. In un comizio ad Imola, nella serata di mercoledì, ha dichiarato che “abbiamo ancora al Governo chi ha ucciso Falcone e Borsellino”, frase che pesa come un macigno su possibili dialoghi di lungo periodo coi due principali partiti italiani, appunto al Governo.

A vent’anni di distanza da Capaci, le ombre di una trattativa tra Stato e mafia si sono fatte sempre più insistenti, e i lati oscuri della vicenda, nella peggior tradizione del Belpaese, rimangono ben nascosti in qualche cassetto romano. Ha buon gioco Grillo nel muoversi in questo limbo, sapendo che non sono pochi gli italiani non convinti della versione ufficiale di quanto accadde in quel periodo tra Palermo e Roma.

Il caso del vitalizio che sarà corrisposto all’ex consigliere di regione Lazio Franco Fiorito non è proprio andato giù al MoVimento, unico a denunciare pubblicamente quanto sta accadendo in tema di revisione dei costi della politica.

La replica della Regione, sostenuta dal presidente Nicola Zingaretti, secondo cui sia impossibile levare il vitalizio a Fiorito in quanto sussistono “diritti acquisiti” non eliminabili è diventato il tema di una ironica ma al contempo sferzante pubblicazione sul blog del politico genovese. Nella filippica, Grillo elenca una serie di esempi per cui i “diritti acquisiti” per il popolo non valgono – con riferimento, per citarne uno, agli esodati che hanno perso il loro diritto acquisito alla pensione – ed invece per la Casta si. E francamente, almeno in questa circostanza, è difficile non seguire annuendo la pungente satira dell’ex comico.

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