Grillo in terra siciliana tuona ancora contro i media: “Verrà il momento in cui faremo i conti”

Pubblicato il 2 Giugno 2013 alle 10:11 Autore: Giovanni Orazio Marotta
Beppe Grillo

Il tour per le amministrative siciliane è cominciato ieri. Dopo lo Tsunami tour delle nazionali partito dalla traversata dello stretto di Messina, Grillo ci riprova da Mascalucia, provincia di Catania dove si voterà per il primo cittadino. In mezzo alla folla siciliana accorsa a vederlo Grillo lancia l’ennesimo anatema contro stampa e mezzi di comunicazione. Un’anatema basato sull’inadeguatezza di un’informazione ridotta ormai a scontri tra appartenenti a monopoli concorrenti, con l’evidente conseguenza di un depauperamento di qualità che ha come vittima per eccellenza il popolo. Ovvio è che poi tra le vittime si possa riconoscere lo stesso Grillo salito ormai a pieno titolo al ruolo di compagine politicamente attiva .«Non ho mai visto un’informazione così collusa che racconta balle su balle sul Movimento 5 stelle».

Ma spesso a passare dalla ragione al torto si impiega davvero poco, e Grillo non sfugge a ciò. In particolar modo la tesi della mistificazione dell’informazione finisce con l’annoverare tra i suoi seguaci lo stesso Grillo. Dal palco di Mascalucia Grillo cade nella propria rete di critiche e attacchi rivolgendosi all’ex amato Rodotà . «Io non ce l’ho con Rodotà», ma è lui che «vuole fare una sinistra con i rossi, gli arancioni».

Frasi e slogan che sono alla base della stessa frattura ideologica tra Rodotà e Grillo, e così come quella che molti nelle settimane successive al voto hanno consumato contro il Movimento 5 stelle, votato come scelta consapevole di auspicio di cambiamento. Quei delusi credevano che i necessari attacchi a fine propagandistico in campagna elettorale venissero affiancati subito dopo le elezioni da fatti concreti o accuse precise a problemi da risolvere. Invece la campagna inaugurata oggi sembra confermare che la linea tracciata da Grillo continua ad essere quella dello slogan a tutti i costi. Così accade che quando Rodotà (ex acclamato candidato alla Presidenza della Repubblica dei 5 stelle) si permette di suggerire a Grillo una nuova strategia tramite le pagine del Corriere, finisca con l’essere passato per traditore e capostipite di un fantomatico progetto di “rivoluzione rossa-arancione”, e tacciato con una plateale promessa-minaccia «gli faremo un c… così…». La gente esplode e continua ad applaudire, Grillo tocca le corde giuste, parte dalle solite accuse e finisce con il trascinare a sè la folla.

Beppe Grillo «Quando c’è un colpo di Stato – ha poi concluso Grillo – la prima cosa messa in atto è il controllo dei mezzi di informazione, Il cittadino sa che, da quel momento, la dittatura userà la televisione per legittimare se stessa e si comporta di conseguenza».

Domenica il leader dei 5 Stelle, attraverso il suo blog, ha lanciato l’ennesimo anatema: “L’Italia è come un cammello che se debilitato può morire all’improvviso. Il cammello Italia collasserà e gli italiani, ignari lo verranno a sapere in prima serata, dopo la pubblicità e prima degli elicotteri”. In un altro post, Grillo ha chiesto che la presidenza del Copasir e la Vigilanza Rai vengano date al M5s. “O ci verrà affidata la presidenza della Rai al più presto, sono già passati tre mesi dalle elezioni, o ne trarremo le conseguenze”.

la voce del padrone rai

 

L'autore: Giovanni Orazio Marotta