Smartphone e tablet riducono il contatto visivo tra persone

Pubblicato il 13 Giugno 2013 alle 13:24 Autore: Nadia Ruggiero
dispositivi penalizzano contatto visivo

Smartphone e tablet riducono il contatto visivo tra persone, il cosidetto contact eye. Lo rivela un articolo apparso di recente sul Wall Street Journal.

Con l’introduzione di questi dispositivi, la durata del contatto visivo in una conversazione media si aggirerebbe tra il 30% e il 60%, quando invece per stabilire una connessione emotiva con l’interlocutore è necessario guardarlo negli occhi tra il 60% e il 70% del tempo.

Questo quanto emerge da una ricerca condotta dalla società “Quantified Impressions” che spiega come i dispositivi multitasking, offrendo la possibilità di accedere a più programmi contemporaneamente, non solo stiano trasformando il nostro modo di comunicare, ma rappresentino una barriera crescente all’instaurazione del contatto con gli altri.

Il presidente della società texana che ha condotto la ricerca, Noah Zandan, evidenzia che tra ventenni è “diventato culturalmente accettabile rispondere al telefono oppure sbirciare i risultati di una partita durante la cena”. Perché avverrebbe tutto ciò? Alcuni psicologi individuano una causa nella FOMO dall’inglese fear of missing out –, ovvero la “paura di perdere” opportunità sociali che potrebbero rivelarsi più interessanti della situazione che si sta vivendo di persona.

Il controllo ossessivo dei dispositivi mobili sarebbe tipico soprattutto delle persone insoddisfatte della propria vita e delle proprie relazioni.

Eppure il contatto visivo è il segreto per entrare in sintonia con gli altri, per dimostrare di tenere in considerazione le persone che ci circondano. E per influenzarle, volendo. Pensiamo agli ambienti di lavoro. “Guardare un collega che sta parlando significa trasmettere fiducia e rispetto”, mentre “un prolungato contatto visivo durante una discussione è il segnale che non si è disposti a cedere facilmente”.

Sembra che le persone di status elevato, come ad esempio i buoni manager, tendano a guardare i propri collaboratori più di quanto facciano i dipendenti. Per i cattivi manager, che si concentrano troppo sul telefono durante le riunioni senza accorgersi di tenere in scarsa considerazione i propri subordinati, esiste una soluzione. Tutto uno stuolo di consulenti americani esperti in comunicazione e formazione è pronto ad aiutarli. Tra questi Ben Decker, CEO di una società di consulenza e formazione di San Francisco.

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Secondo Decker, “le persone che distolgono lo sguardo troppo presto, o evitano del tutto il contatto visivo, sono spesso viste come “inaffidabili, incompetenti e nervose“”. Al contrario,mantenere il contatto visivo per più di 10 secondi può sembrare aggressivo, vuoto o non autentico” in un contesto lavorativo ed essere interpretato come un segnale di interesse romantico o un atteggiamento inquietante in un contesto sociale.

Ma allora quanto deve durare un contatto visivo per essere efficace e non invasivo? Secondo lo stesso Decker, il contact eye ideale va da 7 a 10 secondi in una conversazione faccia a faccia e da 3 a 5 in una discussione di gruppo. Sempre che si riesca a fare a meno di smartphone e tablet.

Nadia Ruggiero

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L'autore: Nadia Ruggiero

Di origini campane, si è specializzata in Mass Media e Comunicazione presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e ha conseguito il master Social Media Marketing & Digital Communication alla IULM di Milano. Giornalista pubblicista iscritta all'Albo, per la testata online Termometro Politico ha inaugurato le rubriche culturali e contribuito alla redazione di numerosi articoli. Come addetta stampa ha curato una campagna di comunicazione per il lancio di un progetto musicale basato sul crowdfunding. Vive e lavora a Bologna.
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