Datagate, Obama “Forniremo agli europei tutte le informazioni che vogliono”

Pubblicato il 1 Luglio 2013 alle 12:14 Autore: Redazione

Datagate: mentre Edward Snowden si trova intrappolato nell’area di transito dell’aeroporto di Mosca da una settimana ormai, le sue rivelazioni stanno creando una tempesta diplomatica con rari precedenti.

Questo fine settimana ad essere travolte dal Datagate sono state le relazioni transatlantiche. Il settimanale tedesco “Der Spiegel “ è entrato in possesso di alcuni documenti riservati, fornitegli dallo stesso Snowden.

Secondo questi documenti, la National Security Agency americana ha spiato molti Paesi europei e anche le istituzioni dell’Unione Europea, attraverso il programma Boundless Informant.

In particolare, ad essere spiate (o forse lo sono ancora) erano le rappresentanze della Commissione europea a Washington, a New York, le sedi delle istituzioni europee a Bruxelles, e Paesi come Italia, Francia, Germania, Grecia, attraverso le loro rappresentanze diplomatiche negli USA. In particolare, l’attività di spionaggio avveniva attraverso cimici all’interno delle ambasciate a Washington e presso le Rappresentanze Permanenti all’ONU.

Anche Giappone, Messico, Corea del Sud, India e Turchia figurano tra i Paesi spiati, in un documento risalente al 2010. L’attività di spionaggio in Germania era particolarmente intensa, di sette volte superiore a quella in Francia. La città di Francoforte, sede della BCE, oltre che della Bundesbank, risulta esser stata spiata in modo massiccio. L’obiettivo dello spionaggio, soprattutto delle istituzioni europee, era quello di conoscere in dettaglio quali fossero le divisioni e i malcontenti interni ai membri UE.

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Lo Spiegel riporta i grafici delle intercettazioni, dai quali emerge che l’Italia è stata spiata in misura minore, rispetto a Francia e Germania. A rincarare la dose, il “Guardian”, che per primo ha fatto esplodere lo scandalo Datagate. Il quotidiano britannico ha affermato domenica 30 giugno che alcuni servizi segreti dei Paesi europei, tra cui l’Italia, avrebbero passato informazioni riservate agli USA.

Prontamente è arrivata la smentita da parte di fonti vicine agli 007 italiani, secondo cui “la fonte del Guardian non è attendibile”. L’intelligence italiana ammette che la collaborazione con gli USA si sia intensificata dopo l’11 settembre, nell’ambito dell’antiterrorismo e del coordinamento dei rispettivi contingenti militari all’estero, “ma non nella condivisione di banche dati personali”. Il Copasir ha dichiarato di essere intenzionato ad ascoltare i servizi segreti in settimana.

Intanto, le cancellerie europee tuonano contro gli USA, che sembrano fare orecchie da mercante. Bruxelles, Berlino e Parigi hanno chiesto immediate spiegazioni. La Commissaria europea alla Giustizia, Viviane Reding, ha affermato che “tra amici non ci si spia!”. Questo scandalo cade a una settimana dall’avvio dei negoziati UE-USA per la creazione di un’area di libero scambio, che diventerebbe la più grande al mondo. Tuttavia, come dichiarato dalla stessa Reding, “non si può negoziare su un grande mercato transatlantico se vi è anche il minimo dubbio che i nostri partner hanno messo delle cimici negli uffici dei nostri negoziatori”.

Dello stesso tenore erano state le dichiarazioni del Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, sabato 29 giugno: “se tutto questo fosse vero, si tratterebbe di un immenso scandalo, che nuocerebbe gravemente alle relazioni transatlantiche”. La ministra tedesca della Giustizia, Leutheusser- Schnarrenberger, aleggia ad un clima da guerra fredda, mentre la Cancelliera Merkel si trova così, a tre mesi dalle elezioni, a gestire una questione scottante, nella quale dovrà riuscire a sfoderare tutta la sua credibilità politica, avendo un’opposizione sul piede di guerra, se non dovesse riuscire ad ottenere dagli Usa spiegazioni adeguate.

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L'autore: Redazione

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