Consulta annulla abolizione province perché “incostituzionale”

Pubblicato il 4 Luglio 2013 alle 09:59 Autore: Giuseppe Spadaro

Secondo la Consulta la riforma sul riordino delle Province è incostituzionale.

Lo ha sancito la Consulta, dichiarando illegittimi alcuni punti dei decreti legge in materia varati nel 2011 e nel 2012. La Corte ha ritenuto violati gli articoli 117, secondo comma, e 133, primo comma, della Costituzione. “Il decreto legge, atto destinato a fronteggiare casi straordinari di necessita’ e urgenza – spiega la Consulta in un comunicato – e’ strumento normativo non utilizzabile per realizzare una riforma organica e di sistema quale quella prevista dalle norme censurate nel presente giudizio”.

Per questo motivo, si legge in una nota, la Corte costituzionale nella camera di consiglio di oggi ”ha dichiarato l’illegittimità costituzionale”.

La Consulta aveva esaminato nel corso dell’udienza pubblica di ieri i ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Salva Italia (decreto 201) del dicembre 2011 che con l’articolo 23 ha di fatto ‘svuotato’ le competenze delle Province e ne ha profondamente modificato gli organi di governo. Non più di 10 componenti eletti dai Comuni e il presidente scelto all’interno del consiglio provinciale.

Sotto la lente della Corte anche il decreto 95 del 2012 sul riordino delle Province in base ai due criteri dei 350 mila abitanti e dei 2.500 chilometri di estensione in base ai ricorsi avanzati dalle autonomie.

DELRIO A NOME DEL GOVERNO LETTA  

”Noi siamo determinatissimi ad andare avanti, ne ho parlato anche con il presidente Letta, che ha preso un impegno solenne in Parlamento per eliminare le province. La riforma degli enti locali e la cancellazione delle province si farà comunque. I cittadini devo stare tranquilli”.

Questa l’opinione del ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio, all’indomani della decisione della Consulta che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della riforma delle Province contenuta nel decreto Salva Italia.

”Il decreto per riformare una materia costituzionale è uno strumento improprio. Ci vuole una legge costituzionale e ne parleremo subito con il ministro delle riforme Quagliariello, ma non ci vorra’ molto: basta una riga per dire che gli articoli 114 e seguenti della Costituzione sono modificati”, dichiara Delrio.

”In parallelo – fa sapere il ministro – sta viaggiando il disegno di legge che riforma in maniera organica gli enti locali, i comuni, le città metropolitane e trasferisce le funzioni delle province. Il testo è pronto e darà efficienza a tutto il paese’.

Quanto ai tempi, ”a luglio lo illustreremo ai principali attori coinvolti, entro la metà di agosto sarà in Parlamento”.

Per Delrio i presidenti di provincia sbagliano ad esultare. ”Chi ha a cuore il paese – sottolinea – sa che una riforma è necessaria”.

QUAGLIARIELLO “DOPO CONSULTA URGENTE RIFORMA TITOLO V COSTITUZIONE”

Secondo il ministro per le Riforme costituzionali Gaetano Quagliariello: ”L’odierna sentenza della Corte Costituzionale sulle province rende ancora più importante intervenire attraverso le riforme costituzionali sull’intero Titolo V, in particolare per semplificare e razionalizzare l’assetto degli enti territoriali. E’ il tempo di rendersi conto che mancate riforme e scorciatoie hanno un costo anche economico che in un momento di così grave crisi il Paese non può più sopportare”.

PROVINCE: UPI, RISTABILITO VALORE COSTITUZIONE

upi unione province italiane

Diametralmente opposto il parere di Antonio Saitta presidente dell’Unione province d’Italia (UPI) “La sentenza della Corte Costituzionale conferma che le riforme delle istituzioni costitutive della Repubblica non possono essere fatte per decreto legge. Nessuna motivazione economica era giustificata e quindi la decretazione d’urgenza non poteva essere la strada legittima”.

“Per riformare il Paese – dice Saitta – si deve agire con il pieno concerto di tutte le istituzioni, rispettando il dettato costituzionale. Non si possono sospendere elezioni democratiche di organi costituzionali con decreto legge. Non si può pensare di utilizzare motivazioni economiche, del tutto inconsistenti, per mettere mani su pezzi del sistema istituzionale del Paese”.

BARDUCCI (PRESIDENTE PROVINCIA FIRENZE), IL MINISTRO DELRIO NON SA DI COSA PARLA

”Eppure – chiarisce Barducci – basterebbe leggere le relazioni allegate ai vari provvedimenti di legge, per capire che i colossali risparmi tanto sbandierati non esistono.

Le norme del Salva Italia erano accompagnate da una relazione tecnica che addirittura neanche stimava risparmi di spesa, considerato che: le risorse umane, finanziarie e strumentali rimangono legate alle funzioni che si trasferiscono”. Cosa succederà ora alla Provincia di Firenze che era in procinto di trasformarsi in Città Metropolitana?

Il punto della situazione sarà Fatto domani nel corso di una conferenza stampa indetta dal presidente Andrea Barducci e prevista per domani mattina.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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