Ineleggibilità Berlusconi, la proposta del Pd: trasformarla in incompatibilità

Pubblicato il 12 Luglio 2013 alle 18:25 Autore: Lorenzo Cini

Ineleggibilità , la proposta del PD: trasformarla in incompatibilità

Continua a tenere banco il tema dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. A questo proposito, è stato presentato al Senato dal PD un ddl per modificare la legge 361 del 30 marzo 1957, che renderebbe ineleggibile il Cavaliere. Il disegno di legge, firmato da 25 senatori democratici tra cui Massimo Mucchetti (presidente della commissione industria) e Luigi Zanda (capogruppo a Palazzo Madama), prevede la trasformazione del principio di ineleggibilità in quello di incompatibilità.

Se il disegno di legge dovesse essere approvato, la Giunta per le elezioni non dovrebbe più esaminare il caso dell’ineleggibilità, che determinerebbe la decadenza immediata di Berlusconi, ma al contrario, si porrebbe un problema di incompatibilità tra la carica di senatore e la proprietà delle aziende titolari di concessioni da parte dello Stato. In questo caso il Cavaliere avrebbe facoltà di scegliere se rimanere senatore rimuovendo la causa dell’incompatibilità, o se mantenere la proprietà delle aziende rinunciando al seggio di Palazzo Madama. Inoltre, in caso di approvazione il ddl avrebbe applicazione immediata (già a partire da questa legislatura), ma le sue conseguenze arriverebbero solamente a distanza di un anno: Berlusconi avrebbe infatti dodici mesi di tempo per vendere le aziende, al termine dei quali decadrebbe da parlamentare in caso di permanenza dell’incompatibilità.

berlusconi processo

La proposta del PD si muove nella stessa direzione delle dichiarazioni rilasciate da Anna Finocchiaro. “Con la legge che c’è non ci si può pronunciare a favore dell’ineleggibilità di Berlusconi. Ma questo è un mio pensiero. La legge va cambiata” aveva detto ieri la senatrice PD. Tuttavia non tutto il partito condivide la posizione dell’ex capogruppo democratico al Senato. La prima reazione in senso contrario è quella di Laura Puppato, che afferma: “Se l’intenzione è quella di tentare una forma compromissoria per mantenere inalterati gli equilibri politici nazionali, allora io metto in guardia: non verrebbe compreso dalla maggior parte dei nostri elettori, per non dire da tutti”; mentre nella giornata di ieri Felice Casson aveva smentito la contrarietà del PD a votare l’ineleggibilità.

Commenti negativi, anche se per ragioni differenti, da parte del Popolo della Libertà e del Movimento 5 Stelle. Secondo il senatore PDL Lucio Malan si tratterebbe di un “esproprio proletario” ai danni del Cavaliere. “Sarebbe più facile e semplice se a questo punto scrivessero in una legge che non si può candidare chi si chiama Berlusconi, senza neanche mettere il nome di Silvio, perché con quel testo non si potrebbe candidare in politica nessun Berlusconi, nemmeno i figli”. Arriva attraverso la rete, come di consueto, la reazione di Beppe Grillo, che in un twet definisce i democratici “I fedeli alleati del pdmenoelle, più fedeli del cane più affezionato”.

 

Lorenzo Cini