Vendola (SEL) “basse intese altro che larghe intese”

Pubblicato il 5 Agosto 2013 alle 16:42 Autore: Redazione

Conferenza stampa di Nichi Vendola, di Sinistra Ecologia e Libertà.

Ne ha per tutti Vendola secondo il quale “Berlusconi tenta l’impossibile: trasformare il ‘canto del cigno’ in un inno di battaglia. Dopo le parole Berlusconi, sempre più ‘basse intese’, altro che larghe intese”.

Vendola concentra il suo ragionamento politico sulla sinistra e sul rapporto tra elettorato e forze politiche di centrosinistra.

Secondo il presidente della Regione Puglia e leader di Sel: “Il Pd che governa a Roma con Ignazio Marino o a Milano con Giuliano Pisapia è incompatibile con il Pd delle larghe intese. Non è solo un sentimento largo e diffuso. E’ il cuore di una questione politica. Ciascuno poi è artefice del suo destino, il Pd può anche decidere di fare la fine del Pasok in Grecia, noi non ci stiamo. Francamente – spiega Vendola – sono più vicino oggi a tutti quelli che dicono che le larghe intese sono una catastrofe per il Paese. Se lo dice Civati, viva Civati, se lo dice Renzi, viva Renzi. Sarei contento che lo dicessero anche nella sinistra del Pd, che in questo momento appaiono come i guardiani del bidone”.

nichi vendola sel contro larghe intese

VENDOLA “SEL NON PENSA DI SCORTICARE CONSENSO AL PD”

Le parole di Vendola: “In questo momento Sel è un punto di riferimento molto più grande rispetto al mondo dei nostri elettori. Non è un partito estremista o minoritario e non pensa di scorticare qualche consenso al Pd. Il suo ruolo è quello di rivolgere un discorso di verità sia a quelli che hanno votato Pd sia a quelli che hanno votato Cinque Stelle. Da una parte e dall’altra c’è stata una diabolica convergenza per risuscitare Berlusconi. Per Grillo era la profezia che si avvera, un ruolo comodo, quello di giocare all’antagonista del grande Moloch come lo chiama: il patto Piddielle-piddimenoelle. Ma anche guardando al Pd, quell’atto sciagurato e costituente del voto contro Prodi era non il frutto avvelenato di un’emozione malefica ma un lucido disegno di chi voleva le larghe intese, cioè Berlusconi, non il cambiamento”.

“Occorrerebbe che le forze non compromesse, le forze sane, riuscissero a convergere su un disegno di riforma elettorale. Urge togliere il Porcellum e tornare al voto. Si può tornare subito – conclude Vendola – al Mattarellum. In ogni caso con una legge nuova. Anche se credo che il sistema con più con larga base di legittimità sia il Mattarellum, su cui avevamo raccolto un milione di firme anche se poi l’Alta Corte non ha accettato il referendum. Il Mattarellum consente sia di rispettare il pluralismo sia di garantire un esito di governabilità”.

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