Fico (M5S): “Giustizia, assist di Napolitano al Pdl”

Pubblicato il 5 Agosto 2013 alle 19:50 Autore: Gabriele Maestri

Non risparmia critiche al Presidente della Repubblica (per la sua posizione sulla giustizia) e al Pd Roberto Fico, deputato del MoVimento 5 Stelle e presidente della Commissione parlamentare di vigilanza sui servizi televisivi.

Il cittadino, intervistato nel pomeriggio a RepubblicaTv, interviene anche sull’ineleggibilità di Berlusconi, sulla legge elettorale e su alcune vicende legate alla Rai, chiedendo che l’azienda di servizio pubblico offra la massima trasparenza.

Destinate a suscitare reazioni le affermazioni di Fico sul comportamento di Giorgio Napolitano dopo la sentenza definitiva della Cassazione sul caso Mediaset. ‘‘Napolitano dopo la condanna di Berlusconi ha espresso la volontà di fare la riforma della giustizia e lo ha chiesto al Parlamento – ha lamentato il parlamentare M5S – trovo che sia una cosa gravissima e poco decorosa. È chiaro che poi anche i parlamentari del Pdl vogliono riformare la giustizia”.

Roberto Fico

Quello del partito di Berlusconi in materia di giustizia, secondo Fico, sarebbe un vero e proprio pressing e, proseguendo nella metafora calcistica, le dichiarazioni del Presidente della Repubblica sarebbero state ”un assist al Pdl”. In ogni caso, il M5S è compatto sul voto contro la permanenza in Senato di Berlusconi. “In questa legislatura siamo stati i primi a proporre l’ineleggibilità di Berlusconi e la porteremo in Giunta – ha spiegato – non siamo contro Berlusconi, ma a favore del rispetto delle regole e della legge. Questo significa allontanare il Pdl dalle stanze del potere, ma a norma di legge“.

Altre critiche del deputato M5S hanno riguardato il Pd e il suo rapporto con il partito di Berlusconi: “Pd e Pdl stanno facendo un gioco erotico molto forte che si chiama bondage, sono estremisti, si mettono il cappio al collo e spingono sempre di piu’ fino al punto di strozzarsi poi lasciano, fino a quando moriranno tutti e due”.

Per Fico, in ogni caso, “Il Pd è un po’ peggio del Pdl: il Pdl lo conosciamo, sappiamo chi sono, da dove sono nati, è un po’ più trasparente. Il Pd invece ha una storia, viene da un’ideologia forte che dovrebbe essere quella della sinistra. E dov’è finita? Sono loro che stanno governando con un condannato in via definitiva”. Unica concessione, quella in tema di legge elettorale: “Il Pd ha il nostro appoggio su una nuova legge elettorale che dia di nuovo forza al Parlamento, facendone il centro legislativo del Paese come prevede la Costituzione: è nel nostro programma e faremo di tutto perché venga fatta”.

Da ultimo, Fico interviene anche come presidente della Commissione di vigilanza sui servizi televisivi, annunciando interrogazioni sulla trasmissione del video di Berlusconi trasmesso giovedì sera anche dalle reti Rai (“Controlleremo la correttezza dei tg nel dare la notizia, ma il problema non è la trasmissione del video, ma la scarsa qualità degli attori politici che parlano della vicenda, persone come Casini, Gasparri, che non hanno la dignità di rappresentare le istituzioni”).

Il deputato chiede anche la massima trasparenza alla Rai, soprattutto in materia di appalti: “Abbiamo chiesto una serie di documenti alla Rai, ma non abbiamo ricevuto, in particolare, quelli sulle cinque società che più delle altre lavorerebbero per la tv pubblica. Lavoriamo per la trasparenza, un orientamento condiviso in commissione”.

Pronta la reazione di Osvaldo Napoli (Pdl) alle parole del parlamentare vicino a Beppe Grillo sul Capo dello Stato: “‘Sapere che l’intero gruppo grillino ritiene ‘un assist indecoroso’ a Berlusconi il richiamo del presidente Napolitano sulla necessita’ di riformare la giustizia è sicuro motivo di amarezza ma certo non di sorpresa. Napolitano va difeso sempre, vuoi dalle intemperanze di un dibattito politico incarognito, vuoi dalle turbolenze di vicende extra-politiche che vorrebbero minarne l’autorevolezza e intaccarne l’equilibrio istituzionale. Non sorprende l’attacco grillino a Napolitano, ma il silenzio che si leva dal Pd”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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