Ferrara: “Marina? La vendetta perfetta di Silvio” ma lei assicura “Non mi impegno”

Pubblicato il 13 Agosto 2013 alle 12:03 Autore: Gabriele Maestri

Maria Elvira Berlusconi detta Marina (sarebbe questo il nome completo, in caso di candidatura): professione, manager. Ma anche “vendetta perfetta“.

E’ così, infatti, che la definisce Giuliano Ferrara, nel caso in cui la figlia di Silvio Berlusconi decida (ma è tutto meno che certo) di candidarsi alla guida del centrodestra al posto del padre, “bloccato” dalla condanna ricevuta nel processo Mediaset.

Intervistato dal quotidiano La Stampa, Ferrara disegna uno scenario gustosissimo, almeno quanto alla trama, degno (non a caso) di un serial americano: “Se si candidasse, dicendo ‘la storia di mio padre deve continuare’, piomberebbero in Italia i giornalisti di tutto il mondo a raccontare la formidabile dynasty berlusconiana“, quasi a fare il verso a quella soap opera di enorme successo che fu portato in Italia da Rete 4 e passò sull’ammiraglia Fininvest dopo che Berlusconi si era comprato la rete di Mondadori.

giustizia italiana come quella afghana o iraniana

A voler trovare somiglianze a tutti i costi con Dynasty, Marina non somiglia né a Linda Evans (se non per i capelli biondi), né tanto meno alla cattivissima Joan Collins (che poi era scurissima di chioma), ma per Ferrara va bene comunque: “Marina sarebbe l’incubo della sinistra, immaginando il faccia a faccia Marina Berlusconi-Nicola Zingaretti, perche’ Renzi non si candiderebbe, si andrebbe a rinchiudere nella Torre di Arnolfo e cosa resterebbe da mettere in campo al Pd? Questo e’ il vero incubo di mezza estate del Pd. Che spettacolo grandioso”.

Ferrara smentisce categoricamente di avere informazioni di prima mano da Arcore: si limita ad affermazioni e intuizioni accomodanti (“Non so se Marina ne abbia voglia, vedo che smentisce, esattamente come fece il padre nell’autunno del 1993″). Per il direttore del Foglio, l’operazione Marina avrebbe successo avendo in sé qualcosa di nuovo (per l’Italia) e qualcosa di già visto nel resto del mondo: “Marina mi piace perché è un’altra grande storia di una inaudita avventura politica. Silvio offre una figlia alla patria, appunto come i Kennedy, i Bush, i Gandhi fino a Sonia. Il resto e’ una politica noiosa, una barba infinita”.

Ma Marina Berlusconi nel pomeriggio ha escluso una sua possibile discesa in politica. “Dal momento che ogni mia dichiarazione non è servita finora a fermare le voci su una possibile candidatura, devo ribadire ancora una volta, e nel modo più categorico, che non ho mai preso in considerazione l’ipotesi di impegnarmi in politica”. “Mi auguro – aggiunge – che di questa ulteriore smentita prendano atto anche quanti continuano ad attribuirmi un’intenzione che non ho mai avuto e che non ho”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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