Di Maio: “La Boldrini ci convoca per due minuti”

Pubblicato il 16 Agosto 2013 alle 20:31 Autore: Gabriele Maestri

Che la questione della chiusura estiva del Parlamento non fosse conclusa dalle parole della presidente Laura Boldrini era quasi da giurare: scommessa vinta, ovviamente.

A riaprire le danze provvede il vicepresidente della Camera in quota M5S, Luigi Di Maio, pronto ad affidare a Facebook il suo pensiero:  “Il 20 Agosto alle 13:00 ci sarà una seduta della Camera dei Deputati di 2 minuti presieduta dalla Presidente in persona, per comunicarci che ci saranno altri 16 giorni di vacanze. E viene spacciata anche per ‘lavori dell’Aula’. Convochiamo la capigruppo e ricominciamo i lavori da mercoledì, se vogliamo essere seri”.

In effetti anche dal sito della Camera risulta la convocazione del 20 agosto, avendo come ordine del giorno “Comunicazioni del presidente“, la formula che normalmente viene utilizzata, ad esempio, quando c’è qualche provvedimento che arriva alla discussione dell’aula.

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Luigi Di Maio, vice presidente della Camera

In effetti si attende proprio il decreto sul femminicidio, perché possa iniziare a Montecitorio l’iter della sua legge di conversione: se però fosse soltanto questo il contenuto delle comunicazioni, effettivamente il tempo di seduta potrebbe essere ridotto all’osso. Di qui la richiesta di Di Maio di convocare la conferenza dei capigruppo per far ripartire regolarmente l’attività della Camera.

Nell’attesa di una risposta dallo staff della Boldrini, interviene il deputato del Psi Marco Di Lello: “Uno strano virus estivo fa ancor più straparlare esponenti del M5S che attaccano improvvidamente Presidenza della Repubblica, della Camera e domani chissà. Ma mentre dal comico parlante ci si aspetta questo ed altro, da esponenti delle Istituzioni si pretende rispetto. Se Di Maio si sente a disagio può dimettersi“.

Di Lello il 20 agosto sarà in aula: “Non darò alibi alla demagogia e conterò i grillini presenti. Ma misurare la produttività’ del Parlamento a giorni e non in base ai provvedimenti approvati è sintomo di ignoranza. E considerando il tempo inutile trascorso in aula per lo sterile ostruzionismo del M5S questo parlamento potrà pure lavorare 365 giorni l’anno, ma dubito che l’Italia ne possa trarre alcun beneficio”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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