L’IMU e la Tares spaventano i Comuni in ottica bilancio

Pubblicato il 30 Agosto 2013 alle 12:14 Autore: Francesco Di Matteo

L’IMU e la Tares spaventano i Comuni in ottica bilancio

Dopo l’annunciata abolizione dell’IMU, senza che però si sia ancora realmente e concretamente trovata una reale copertura finanziaria della norma, si affacciano per i sindaci, e le giunte, tempi complicati e tempi stretti per far quadrare in qualche modo i conti delle proprie città.

Sono varie le scadenze per i comuni e i cittadini, alcune delle quali imminenti. Innanzitutto, prima data in ordine cronologico, c’è il 30 settembre, termine ultimo per l’approvazione dei bilanci di previsione per l’anno 2013. Questa data è particolarmente importante poiché, in sede d’approvazione di bilancio, sarà definita l’aliquota sull’IMU e sulla Tares, anche se praticamente ovunque queste tasse sono già all’aliquota massima, diventando un vero salasso per i cittadini.

Altra data importante è il 15 ottobre, data segnalata per l’approvazione della legge di stabilità che dovrebbe definire i dettagli dell’abolizione della seconda rata dell’IMU, una volta trovata una adeguata copertura finanziaria.

Ma il periodo critico per i comuni arriverà a dicembre, mese critico per far quadrare i bilanci. Infatti entro e non oltre il 16 dicembre i cittadini saranno obbligati a versare la quota Tares, su cui c’è anche una maggiorazione di 30 centesimo al metro quadro destinata all’erario, e la seconda rata dell’IMU qualora non venisse trovata una soluzione per tappare al buco lasciato nelle finanze nazionali.

La questione IMU in questi giorni occupa la parte centrale della politica nazionale. Infatti, dopo l’approvazione nel consiglio dei ministri della sua abolizione completa, dopo l’abolizione della prima rata, ha previsto per gennaio l’introduzione di una service tax che servirà a rimarginare il danno erariale dovuto all’abolizione della tassa sugli immobili. Sconcerto e paura c’è da parte di chi vede questa service tax una ennesima ‘fregatura’ con cui saranno effettivamente aumentate le tasse, restituendo con tutti gli interessi i circa 300 euro di risparmi medi sull’abolizione dell’IMU. Queste preoccupazioni arrivano soprattutto dagli imprenditori, in particolare il settore alberghiero, scontenti della mancata abolizione della tassa sugli immobili produttivi, e gli affittuari che, se verrà applicata una tassa anche sulla locazione degli immobili, vedranno un impennamento del proprio canone d’affitto. Già hanno cominciato a muoversi le associazioni di categoria che denunciano il pericolo di aumenti vertiginosi degli affitti, portando molte famiglie in difficoltà e mettendo 3 milioni di famiglie, secondo i calcoli delle stesse associazioni, in pericolo di sfratto per morosità. Proteste arrivano anche dagli studenti fuori sede che vedono in questa tassa sugli affitti l’ennesima limitazione del diritto allo studio, visto che si rende ancor più difficile per gli studenti che non abitano nei pressi delle università frequentare la stessa, denunciando un’inevitabile aumento degli affitti non registrati e irregolari.

Francesco Di Matteo

L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
Tutti gli articoli di Francesco Di Matteo →