Grillo e la democrazia: se fosse per i cittadini Berlusconi sarebbe già in galera

Pubblicato il 5 Settembre 2013 alle 10:42 Autore: Giacomo Salvini

Beppe Grillo e la democrazia: se fosse per i cittadini Berlusconi sarebbe già in galera e Rodotà al Quirinale.

Come solo lui sa fare, Beppe Grillo è tornato su uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale già molto in voga tra i grillini ai tempi dei due V-Day: la rappresentanza parlamentare.

Sul blog infatti è apparso un post che rimanda ad un’idea di democrazia diretta che nel nostro paese non ha mai avuto modo di esistere.

Il concetto (pentastellato) è sempre quello: la democrazia rappresentativa è una truffa ai danni dei cittadini (soprattutto con questa legge elettorale) perché in verità è un sistema di quelle che Sartori chiama “poliarchie” che non tendono l’orecchio dalla parte dei cittadini ma verso le proprie poltrone.

Ammette però, il leader del M5S, che “qualcosa, lentamente, sta cambiando. Le democrazie parlamentari che avevano abdicato al loro ruolo di rappresentanti delle istanze dei cittadini si stanno scuotendo. E’ il movimento lento del bradipo, ma è pur sempre qualcosa.”

Non può, quindi, fare a meno di citare esempi di altri paesi: “alla Camera dei Comuni inglese è successo qualcosa di storico. Si è detto basta alle guerre decise sopra le teste dei cittadini” contro la volontà del Primo Ministro Cameron e “dall’altra parte dell’Atlantico, in Brasile, è stato abolito dalla Camera dei deputati il voto segreto con l’unanimità dei parlamentari” voluto direttamente dai cittadini “scesi in piazza per chiederne l’abolizione in quanto usato per proteggere i deputati corrotti dal carcere”.

david cameron siria camera dei comuni

Il paragone con l’Italia è servito. Così l’ex comico genovese va all’assalto: “L’Italia sembra al confronto uno Stato medioevale con la corte, il re e i giannizzeri che proteggono la loro autorità suprema di decisione e si sottraggono al giudizio popolare” e non perde occasione per attaccare anche il solito Pd che, inerme, non può che ammettere di aver silurato il fondatore dell’Ulivo Prodi per 101 (si dice 120) voti a volto coperto. “Il voto segreto va abolito” sancisce Grillo e conclude con un secco e vigoroso : “Se dipendesse dall’opinione pubblica Berlusconi sarebbe in galera, Rodotà presidente della Repubblica, la missione di guerra in Afghanistan sarebbe finita da tempo”.

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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