Manifestazione ad Aversa ‘La mia terra è avvelenata’

Pubblicato il 16 Settembre 2013 alle 13:25 Autore: Francesco Di Matteo

‘La mia terra è avvelenata’, la manifestazione di Aversa per protestare contro la terra dei fuochi.

In un epoca dove l’attivismo politico e sociale è quasi del tutto assente, nella zona nord di Napoli, a cavallo tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, si sta sviluppando un fortissimo movimento di protesta verso le istituzioni.

Tema centrale di questa protesta è la questione de ‘La Terra dei Fuochi’, termine ormai comune per definire quella parte della ‘Campania Felix’ che sta morendo sotto i colpi incessanti dell’inquinamento.

Associazioni su associazioni, persone comuni, deputati e preti. Sono loro i principali artefici di questo movimento, che denunciano la critica situazione del ‘triangolo della morte’ Giugliano-Caivano-Acerra.

Il movimento protesta per la gestione ventennale del ciclo dei rifiuti, che ha trasformato questa terra nell’immondezzaio d’Italia, se non d’Europa.

Questa terra è un alternarsi di discariche illegali e/o non a norma, ma, paradossalmente, non è questo il peggiore dei problemi. Infatti ci sono anche migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti sotterrate, e ci sono centinaia di roghi tossici al giorno che inquinano l’aria.

Ed è così che, mangiando frutta che cresce sopra rifiuti sotterrati o bevendo acqua da falde acquifere inquinate dal percolato e respirando diossina tutti i giorni per la spazzatura bruciata nei campi, le terre a nord di Napoli sono diventate le terre con la più alta concentrazione di tumori e neoplasie, che stanno operando un vero e proprio genocidio su questa martoriata terra.

In un recentissimo studio, gli esperti dicono che c’è un area grande quanto 10 volte il Vomero, 1000 campi da calcio irrimediabilmente inquinati e impossibili da bonificare.

Per chi vive in città Giugliano, Sant’Antimo, Aversa, Frattamaggiore, Caivano, Acerra, agro aversano, è difficile imbattersi in una famiglia che non abbia un caro morto o malato di tumore.

E da anni, per avere la conferma definitiva del nesso tra inquinamento e tumori, le associazioni e i comitati nati sul territorio chiedono l’istituzione di un registro dei tumori alla regione Campania, richiesta puntualmente respinta da quasi 10 anni.

padre maurizio patriciello terra dei fuochi

E in una di queste città, Caivano, opera Padre Maurizio Patriciello. Padre Maurizio lavora nella parrocchia del ‘Parco Verde’, un immensa struttura di palazzine popolari che, complice la forte povertà, è una delle zone più malfamate della provincia di Napoli. In questo piccolo quartiere, Padre Maurizio ha iniziato il suo lavoro per la sensibilizzazione della gente sul tema della ‘Terra dei Fuochi’, insieme ai dottori Marfella e Rivezzi (presidente e vice presidente dell’Isde Campania: Associazione medici per l’Ambiente), creando un comitato di aggregazione che, partendo da Caivano, sta abbracciando un po’ tutta la provincia a nord di Napoli. Padre Maurizio è diventato un vero punto di riferimento nella lotta alla bonifica.

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L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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