Siria, intervista americana ad Assad: “Abbiamo le armi chimiche ma le distruggeremo”

Pubblicato il 19 Settembre 2013 alle 15:25 Autore: Guglielmo Sano

Siria, intervista americana ad Assad: “Abbiamo le armi chimiche ma le distruggeremo”

Intervistato dall’emittente americana Fox News, Bashar Al Assad, ha ammesso di avere le armi chimiche ma tranquillizza l’America e il Mondo intero e, per il momento, placa i venti di guerra dicendo: “le distruggeremo, ci vorrà un anno, o forse di più e costerà un miliardo di dollari”.

L’emittente televisiva americana in trasferta a Damasco, schiera, per la delicata intervista al ràis: Greg Palkot, uno dei suoi migliori corrispondenti dall’estero e l’ex deputato democratico, adesso commentatore televisivo, Dennis Kucinich. Di fronte ai loro microfoni Assad garantisce che: fornirà una lista completa delle armi chimiche, consentirà l’accesso ai siti da ispezionare agli esperti e con questi ultimi concorderà tempi e modalità di consegna delle armi stesse, ma ci vorrà del tempo: “non è questione di volontà” ma “di aspetti tecnici”.

Le armi chimiche verranno messe sotto il controllo internazionale, ha ribadito il premier siriano, in quanto “non abbiamo aderito in modo parziale” ma “siamo impegnati al pieno rispetto dell’accordo”. Sembra quindi che, il vertice della scorsa settimana, tra il segretario di Stato USA Kerry e il Ministro degli Esteri russo Lavrov, nel quale si è concordata un’agenda per lo smantellamento dell’arsenale chimico siriano, abbia convinto Assad.

Il presidente siriano è meno convinto, invece, dalla relazione degli ispettori ONU sulla strage di Ghouta, sobborgo nella periferia est di Damasco, avvenuta lo scorso 21 Agosto, che sembra aver causato 1400 morti. Secondo gli ispettori, con a capo Ake Sellstrom, che hanno intervistato 50 sopravvissuti all’attacco oltre a soccorritori e personale medico, effettuato test biochimici e medicali (analisi dei capelli, urine e sangue) su 34 pazienti, analizzato reperti di munizioni e 30 campioni di suolo, non c’è dubbio che, a Ghouta, siano stati usati 350 litri di gas sarin, appartenente alla classe dei nervini, contro “civili”, tra i quali molti bambini.

Analizzando le traiettorie dei missili, inoltre, si può sostenere, sempre secondo gli esperti delle Nazioni Unite, che i razzi siano stati scagliati da Nord-Est, quindi da una zona in mano alle forze lealiste. Tuttavia, nel dossier, non viene dichiaratamente accusato Assad: gli ispettori dovevano verificare l’uso di armi contrarie alle leggi internazionali, non stabilire chi avesse  effettivamente sferrato l’attacco.

Per gli Stati Uniti questo rapporto basta e avanza per “inchiodare” il regime siriano.

D’accordo con la Russia, invece, Assad respinge le conclusioni degli ispettori e parla di un parere “parziale”, visto che la zona sulla quale si sono verificati i controlli è rimasta in mano ai “ribelli” fino all’arrivo del personale specializzato, da parte sua, quindi, è certo che vi siano state delle manomissioni.

Ha poi aggiunto, incalzato dalle domande dei collaboratori di Fox News, che “il gas sarin è chiamato anche gas da cucina, qualunque ribelle può fabbricarlo, in secondo luogo le forze d’opposizione, alle quali si sono aggiunti molti jihadisti, sono sostenute da molti governi, quindi uno qualunque di questi governi avrebbe potuto consegnarglielo”.

Assad, a poche ore dalla riconquista della città di Azaz, al confine con la Turchia, strappata dalle mani di gruppi di ispirazione quaedista, ribadisce che la “guerra civile” in Siria non esiste più, adesso il suo governo è sotto l’attacco dei “fondamentalisti islamici, provenienti da 80 pesi diversi, all’80-90% legati ad Al Quaeda”.

Sulla scia di questi dati, al presidente americano che lo accusa di essere egli stesso un “terrorista” lancia un appello: “Obama ascolti il buon senso del suo popolo”.

 

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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