Sarà sfida Sarkozy – Hollande

Pubblicato il 22 Ottobre 2011 alle 16:00 Autore: Matteo Patané
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Domenica 16 ottobre si è svolto il secondo turno delle elezioni primarie del Parti Socialiste, che avrebbe determinato, tra François Hollande e Martine Aubry, il candidato designato all’Eliseo della principale formazione di centrosinistra dello scacchiere politico transalpino, lo sfidante di Nicolas Sarkozy alle elezioni del maggio 2012.

Il primo turno si era chiuso con Hollande in prima posizione, poco sotto al 39%, seguito dalla Aubry al 30%. La sorpresa Montebourg aveva poi totalizzato il 17% delle preferenze, la Royal il 7%, Valls il 6% e chiudeva il radicale Baylet sotto al punto percentuale.
Il risultato del primo turno aveva sollevato molti interrogativi sull’esito del ballottaggio: il risultato relativamente basso di Hollande, ed in particolare il vantaggio sulla Aubry inferiore alle attese, parevano essere forieri di sorprese al secondo turno. Anche il sorprendente risultato di Montebourg ed il contestuale calo della Royal parevano indici di una inaspettata rimonta della combattiva Aubry nella tornata del 16 ottobre.

Così non è stato.
Nello spazio tra il primo ed il secondo turno Hollande è riuscito ad assicurarsi senza alcun problema il sostegno del moderato Valls e di Ségolène Royal, intrecciando forse in questo secondo caso vita politica e vita privata. Più ostico si è rivelato Montebourg: figura di forte rottura all’interno del PS, propugnatore di tesi audaci di neoprotezionismo a livello europeo e partecipazione statale forzata nelle banche, politicamente si trovava ad essere più vicino alla Aubry che a Hollande. Agendo probabilmente per calcolo politico, non volendo schierarsi apertamente per un candidato così diverso da lui ma nemmeno appoggiare quello dato per perdente, non ha fornito il proprioendorsement né a Hollande né alla Aubry, dichiarando però che il proprio voto personale sarebbe andato al primo.

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Privata così di appoggi politici tra gli altri candidati, la Aubry è stata costretta a puntare su una campagna interamente all’attacco, tentando di presentare Hollande ed il suo programma come eccessivamente moderati e incapaci di allontanare la Francia dalla linea politica di Sarkozy.

Entrambi i candidati hanno quindi tentato di mobilitare i militanti ed i simpatizzanti sul territorio, attingendo a due bacini sostanzialmente differenti: Hollande nelle zone rurali, la Francia centrale e meridionale; la Aubry le grandi città, il “suo” Nord-Pas de Calais, l’elettorato femminile e gli immigrati, tema sul quale si è spesa più volte.
Con due candidati così differenti, erano letteralmente in gioco due differenti visioni della Francia, quasi si trattasse di un’elezione reale e non di un appuntamento all’interno dello stesso partito: pur concordando infatti negli obiettivi principali, Hollande e la Aubry mostravano idee e approcci molto differenti per la loro realizzazione.
La Aubry era per un piano di uscita rapida dal nucleare, Hollande per una transizione di lungo periodo.
La Aubry ha presentato piani ambiziosi e radicali dal punto di vista ambientale, fiscale e occupazionale, mostrando di puntare molto sulla cultura e sulla UE. Ha presentato un’idea di Stato coerente e gli strappi necessari per attuarla. Hollande si è mostrato invece meno idealista e più pragmatico puntando su aggiustamenti graduali del sistema esistente, e su riforme di grande impatto immediato come i tagli dei costi della politica.

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L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
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