Bossi: “Mi ricandido alla segreteria della Lega”

Pubblicato il 22 Settembre 2013 alle 16:26 Autore: Gabriele Maestri
bossi sondaggi

L’età avanza, ma lui a farsi da parte proprio non pensa. Anzi, vuole tornare in pista con il ruolo di maggior prestigio: “Io mi ricandido alla segreteria della Lega“. A dirlo è Umberto Bossi, una volta entrato a Venezia all’Assemblea federale della Lega Nord.

La notizia in fondo non è nuova, qualche giorno fa il Senatùr aveva anticipato una sua possibile candidatura, ma detto da lui fa più effetto. Se poi è lui stesso ad aggiungere “La Lega ha bisogno di un segretario che unisca” e a precisare poi “Penso di essere in grado di unire”, le dichiarazioni di Bossi sembrano un’indiretta stoccata a chi, dopo di lui, ha retto il partito, Roberto Maroni in primis.

Umberto Bossi

Maroni che, per parte sua, è freddino all’idea di una nuova candidatura del suo antico maestro politico: “Questo sarà il congresso dei militanti. Non so ciò che farà Bossi, ognuno è libero di fare ciò che vuole, siamo tutti adulti e vaccinati, ma una cosa è certa: questo è il congresso di tutti i militanti e loro potranno eleggere il nuovo segretario”. Che rivedere il Senatùr alla segreteria non sia il maggior desiderio di Maroni, però, è subito chiaro: “Per quanto mi riguarda il nuovo segretario dovrà essere un giovane che guarda al futuro e che garantisca alla Lega il futuro che merita senza nostalgie per il passato come hanno tanti che vedo in giro”.

E se sul congresso, che dovrebbe svolgersi a metà dicembre, ci sono ancora incertezze organizzative (“Io vorrei far partecipare tutti i militanti, non soltanto i delegati – ha detto Maroni – studieremo le forme per farlo, anche attraverso una sorta di primarie”) e dubbi sui tempi, l’attuale segretario ribadisce la propria indisponibilità a ricandidarsi: “Faccio il governatore della Lombardia e il mio compito è fare la macroregione”. La sfida sulla guida del partito, in compenso, la portano avanti altri.

Roberto Maroni

A partire, ovviamente, da uno dei leghisti più vicini a Maroni, il veronese Flavio Tosi: “Roberto Maroni dovrebbe restare segretario della Lega. Io mi preoccupo solo che il congresso sia unitario e non con più candidati che spaccano la Lega. Se poi Bossi ci sara, si andrà alla conta e non posso che dirgli ‘in bocca al lupo’”. E sull’ipotesi che possa essere lui stesso il successore di Maroni, taglia corto: “Potrei essere segretario della Lega se la posizione del Carroccio è unitaria, ma posso essere candidato alla pari di Salvini e chiunque altro; non è che Flavio Tosi vuole fare il segretario”.

L’eventualità a Bossi non piace: “Buttare fuori la gente come ha fatto Tosi non va bene, i militanti vanno radunati sotto la Lega” ha spiegato nel pomeriggio, precisando che non prenderà la tessera della nuova associazione Padania Libera, fondata da Giuseppe Leoni e altri leghisti della prim’ora. Il Senatùr è tornato sulla sua candidatura, che ora pare meno granitica: “La mia ricandidatura a segretario la vogliono in tanti: chiedono che mi ricandidi, se dico il contrario mi invadono la casa. Deciderò all’ultimo momento, sono al servizio della Lega”. E, per nomi diversi, Bossi dice di apprezzare Giancarlo Giorgetti, “ma Matteo Salvini non mi dispiace”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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