Funerali Priebke, la Germania “Non è nostra competenza”

Pubblicato il 16 Ottobre 2013 alle 10:50 Autore: Andrea Turco

Urla, spintoni, scontri tra estremisti di destra e abitanti di Albano Laziale. Alla fine il funerale di Erick Priebke ad Albano Laziale sono stati sospesi. Troppo nervosismo nell’aria. E così la salma dell’ex Ss è stata trasferita a Pratica di Mare dove il prefetto ha provveduto a farla trasportare nella notte di martedì. Una decisione che soddisfa il sindaco di Roma Ignazio Marino Penso che abbia fatto bene il governo col prefetto a decider di portare il feretro di questo boia nazista a Pratica di Mare, in un’area militare”. “Roma – spiega il sindaco della Capitale – non poteva accettare la sepoltura di un uomo che partecipò all’eccidio di 335 persone, uccisi sparando loro alla nuca, finendoli con raffiche di mitra e coprendo i colpi con l’esplodere di una mina. Roma non poteva accettare di accogliere con delle esequie, con una sepoltura, un boia così violento”.

Scontri durante il funerale di Priebke (poi sospeso)

Scontri durante il funerale di Priebke (poi sospeso)

Si ragiona sulla possibilità di trasferire il feretro fuori dall’Italia. L’indiscrezione arriva dallo stesso prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. “Contiamo di risolvere al situazione in giornata: in queste ore ci sono contatti con la Germania. Non è nelle mie competenze decidere la cremazione nè il luogo della sepoltura -ha spiegato il Prefetto Pecoraro- ma ora stiamo lavorando per risolvere la situazione considerando ciò che è più opportuno”.

Ma dalla Germania arriva in giornata un secco no. “La cura dei morti tocca allo Stato dove una persona è morta, non c’è una responsabilità o un ruolo del governo federale tedesco in questa vicenda, contatti informali sì ma non dipende da noi trovare una soluzione” ha dichiarato a Berlino il portavoce del ministero degli Esteri Martin Schaefer.

Negazionismo, apologia di reato – Intanto ieri in commissione Giustizia al Senato è stato approvato un emendamento, firmato da tutti i gruppi, che considera apologia di reato la negazione dell’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità e aumenta della metà la pena prevista dal codice penale. “Fuori dei casi di cui all’articolo 302, se l’istigazione o l’apologia di cui ai commi precedenti riguarda delitti di terrorismo, crimini di genocidio – si legge nel testo che modifica l’articolo 414 del codice penale – crimini contro l’umanità o crimini di guerra, la pena è aumentata della metà. La stessa pena si applica a chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità”.

L'autore: Andrea Turco

Classe 1986, dopo alcune esperienze presso le redazioni di Radio Italia, Libero Quotidiano e OmniMilano approda a Termometro Politico.. Dal gennaio 2014 collabora con il portale d'informazione Smartweek. Su Twitter è @andreaturcomi
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