Il Datagate dilaga in Europa: 35 leader spiati dagli americani

Pubblicato il 25 Ottobre 2013 alle 11:47 Autore: Francesco Di Matteo

Europa – Datagate. Lo scandalo Datagate sta esponenzialmente allargandosi, dopo le rivelazioni dello spionaggio verso i governi europei.

C’è grande indignazione tra i leader dei Paesi d’Europa, Merkel e Hollande in primis, seguiti da Enrico Letta. Le rivelazioni fatte da Greenwald, giornalista in possesso dei file presi da Snowden, l’ex impiegato dei servizi segreti americani. Secondo Greenwald, infatti, “gli Stati Uniti spiano 35 leader europei”, senza però fare nomi.

Lo spionaggio sarebbe effettuato dall’NSA, National Security Agency, e non solo per la lotta al terrorismo. Gli agenti dell’NSA, attraverso portavoce federali, hanno chiesto le rubriche ai pezzi grossi della politica americana: Casa Bianca, Pentagono, Senato. In questo modo l’agenzia di intelligence ha potuto aggiungere al proprio database migliaia di contatti telefonici di uomini d’affari internazionali, politici esteri e uomini di governo, in particolare europei.

Sempre secondo Greenwald il processo di spionaggio avviene attraverso il controllo di alcuni cavi sotto marini a fibra ottica, che controllano il viaggio dei dati lungo tutto il continente, così da poter spiare ed archiviare le conversazioni che riteneva necessario ascoltare.

Le dichiarazioni di Greenwald, rilasciate a “L’Espresso” che sarà in edicola domani, sono arrivate con largo anticipo rispetto allo scandalo scoppiato con l’annuncio del governo tedesco del possibile spionaggio ai danni del cellulare di Angela Merkel. All’annuncio è seguita una telefonata della cancelliera a Barack Obama, telefonata però dai risultati non soddisfacenti visti gli sviluppi.

Cosa farà l’Europa? Merkel, supportata da Hollande e Letta, stanno applicando una linea durissima in Europa rimproverando gli alleati americani di “non avere fiducia dei propri alleati”, fatto gravissimo secondo i leader europei. E in seno all’Europa si sta sviluppando una nuova normativa per la protezione della privacy, normativa ostacolata dal Regno Unito e che, quindi, non vedrà l’applicazione per il 2014 come voleva la Germania. Ma, secondo Greenwald, il no del Regno Unito è dovuto all’operazione “Tempora” con cui anche gli inglesi spiavano i leader europei, proprio come gli americani, e in particolare l’Italia con cui aveva un ‘patto’ attraverso i servizi segreti, ipotesi però già smentita dal presidente del Copasir Giacomo Stucchi.

Datagate: intanto al parlamento europeo si riflette su sanzioni economiche verso gli Stati Uniti. Martin Schulz, presidente del parlamento europeo, dice che in queste condizioni “non si possono continuare i negoziati per un’area di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti”. Secondo il leader tedesco non si possono continuare negoziati di tale importanza senza una fiducia reciproca abbastanza alta, fiducia che gli Stati Uniti hanno dimostrato di non avere e che, a questo punto, nemmeno l’Unione Europea può avere. Schulz poi, racconta di aver chiesto spiegazioni all’ambasciatore americano presso l’UE ma che non ha ancora avuto risposta, il che significa, secondo Schulz, “che il governo americano ha perso completamente il controllo sull’attività di intelligence dell’NSA”.

L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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